LIBERAZIONI 5 - I premi
MENZIONE DELLA GIURIA DEL PRIMO PREMIO assegnata da una giuria mista composta dai registi Fabio Bobbio e Luigi D’Alife, dall’esercente Cristina Voghera, dalla ricercatrice universitaria di Antigone Serena Ramirez e da otto detenute e detenuti bibliotecari della Casa Circondariale di Torino: Angela, Raffaele, Fabio, Andrea, Enrico, Carlo, Giuseppe e Marco coordinati da Marco Monfredini.
Un film che rappresenta la voglia di rinascita, il desiderio di libertà, la speranza di ricostruire una nuova vita dopo la detenzione, la possibilità di creare una nuova narrazione di sé. È uno specchio e celebra l’incontro con sé stessi, insegna a conoscersi e ad accogliere i propri errori, a comprendere i propri obiettivi e sogni più profondi attraverso la possibilità di scegliere cosa si vuole eliminare della vita precedente e cosa si vuole mantenere. Perché, si sa, il giudizio più critico è sempre quello di noi stessi. È un continuo parallelismo tra morte e vita, tra limiti e libertà. È un libro nuovo, dalle pagine bianche, intonso e pronto per essere (ri)scritto dai protagonisti di questa storia. Il carcere appare in punta di piedi, si evince solo dalle sbarre poste sulla parete in secondo piano rispetto al personaggio principale. Nel cortometraggio la detenzione costituisce una parentesi, solo una parte della vita dei protagonisti. A dircelo sono loro stessi, quando prendono parola dopo la rottura della quarta parete. Chi guarda attende i titoli di coda e, invece, si ritrova catapultato/a dentro il penitenziario, in mezzo al pubblico che applaude al termine della visione del film. Testimonia l’importanza di dar voce a chi, spesso, è invisibile agli occhi della società. Per questi motivi
Limbo di Vincenzo Ardito e Damiano Nirchio merita una menzione nonché un posto speciale nella memoria di chi lo guarda.
Con una regia di straordinaria sensibilità, il film ci accompagna lungo il confine tra ruoli e ceti sociali, tra detenzione e libertà, tra limiti e desideri. Ogni gesto, ogni silenzio, ogni sguardo diventa racconto, trasformando l’attesa in emozione e il quotidiano in poesia visiva. La scelta del bianco e nero conferisce al film una forza rara: un’immagine dal sapore concreto e al tempo stesso sognante, capace di rendere visibile la distanza tra ciò che è possibile e ciò che resta sogno. Straordinaria la prova dell’interprete principale, Angelo Caianello, che restituisce al protagonista una fragilità trattenuta e insieme piena di speranza, trasformando il desiderio di libertà in un sentimento universale. Non entriamo fisicamente all’interno dell’istituto penale minorile, ma attraverso i suoi occhi e le sue parole ne percepiamo le fatiche e le difficoltà. La narrazione di un bacio furtivo che culmina nella promessa di rivedersi domani, che non potrà essere mantenuta, evoca la nostalgia di una libertà perduta in giovane età. Per la regia elegante e rigorosa, per la fotografia di grande espressività, per il radicamento nella realtà e per l’interpretazione intensa e sincera, il PRIMO PREMIO CORRADO IANNELLI da 1.500 € di LiberAzioni cinema è stato assegnato a
A domani di Emanuele Vicorito.
Grazie alla preziosa collaborazione con GIEMME, importante azienda del territorio che realizza prodotti di merchandising e gadget promozionali la giuria coordinata da Angelo D’Agostino ha assegnato una menzione: per aver creato una dimensione onirica collettiva, dando voce a chi è privato della libertà e costruendo un ponte tra il carcere e il mondo esterno, la giuria assegna la MENZIONE GIEMME a Sogni di Giulio Maroncelli.
Per aver affrontato con sensibilità il complesso tema dei disturbi alimentari e aver raccontato con delicatezza le giovani protagoniste attraverso sfocature e dettagli, la giuria assegna il PREMIO GIEMME a Let me be your mirror di Noemi Gentiluomo. Il riconoscimento consiste nella fornitura di servizi messi a disposizione da Lacumbia Film
Terza edizione del riconoscimento dedicato a MARINA PANARESE destinato ad autrici e autori di origine straniera o stranieri residenti in Italia, assegnato da Nikolas Candido, Manuel Infantino Almeida e Chaimaa Haffou.
L’autore prova a ritrarre il suo ritorno alle origini. Il suo gesto di filmare i suoi cari è un modo per cercare di articolare i dolori del passato con la comprensione del presente, dove rivisitare è risignificare; nulla di più meritevole di chi, attraverso il cinema, elabora la propria diaspora sotto forma di linguaggio. Che questo film, come gesto saggistico sui i traumi transgenerazionali, sia un documento in cui si possa nutrire e illuminare ciò che verrà dalle opere di Juru. MENZIONE MARINA PANARESE a L’Imfura di Jean Hilaire Juru.
Il mondo creato ci aiuta ad addentrarci nella questione dell’infanzia. Fin dall’inizio, diventa progressivamente chiaro il found footage che svela di bambini istituzionalizzati, le immagini d’archivio dell’orfanotrofio di Kharkiv non mentono. L’uso creativo di questo materiale costituisce un gesto poetico, attraversato da sperimentazione, che ci conduce alla questione più profonda della madre: il suo temperamento, la sua personalità e le conseguenze sulla narratrice, la quale si articola in modo polifonico attraverso i frammenti raccolti del materiale, creando inoltre un proprio archivio animato come continuità. Per la sua coerenza formale e il suo gesto di prova finemente realizzato, intrecciando molto bene il concetto con tutto lo sviluppo della forma per esprimere un tema urgente nel mondo, la madre nel mondo, la madre in un dato mondo, quello della rappresentazione della narratrice che articola i suoni nella sua lingua madre fino a raggiungere punti di trance della voce e momenti poetici notevoli alle orecchie attente. Cosa succede con le infanzie complesse? Come intendiamo la violenza, la negazione dell’affetto, l’incapacità di chiedere aiuto? Quest’opera di Oleksandra Horobets permette di attraversare tali questioni con la forza della sua poetica cinematografica. Il PREMIO MARINA PANARESE da 1.000 € va Ho paura di disegnare mia madre di Oleksandra Horobets.
La Giuria Giovani composta da cineasti che stanno partecipando al progetto Enigma Residente: Lorenzo Bussone, Antonio Mancino, Mirko Bonacina, Alice Gaiani, Matilde Panetta, Davide Tiberga, Elia Tonicello, Valentina Velardi, Noemi Restani e Linda Borello.
La Giuria Giovani ha attribuisce una MENZIONE SPECIALE GIOVANI a Exposé di Francesco Stefanoni e Beatrice Ciotoli per la sua audacia formale. Per la capacità di interrogarsi sulla libertà in una dimensione al tempo stesso intima e collettiva, e di raccontarla con misurata coerenza e smisurata personalità.
Per l’efficacia con cui articola un discorso compiuto ed essenziale sul tema difficile del carcere; per la padronanza con cui riesce a conciliare l’osservazione documentaria della realtà e una ricerca formale dal sapore orgogliosamente underground, la giuria attribuisce il PREMIO CINEMA GIOVANI da 1.000 € va a Fame d’aria di Giulia Bettaglio.
13/10/2025, 13:56