CAFFEINA DEL MONDO - "Il futurismo è stato
un movimento enorme, gigantesco"
Nei cinema italiani dal 15 al 17 settembre, dopo il passaggio in anteprima al Festival Dannunziano, il documentario
"Caffeina del mondo" di Massimo Spano, in cui si racconta la grande avventura del Futurismo italiano e il suo cammino nel mondo.
Spano, iniziamo dall'anteprima dannunziana: come è andata?
E' andata molto bene, c'è stato un bel riscontro del pubblico, è rimasto colpito. Abbiamo ricevuto molti complimenti sulla struttura e sull'impostazione del documentario, e sul segno che lascia dopo averlo visto. Sono felice, non era facile fare un lavoro sui futuristi e non essere didascalici.
Soddisfazione personale è stata sentirmi dire che questo documentario è da vedere nelle scuole, il futurismo è un movimento - mi hanno detto alcuni docenti - che non riusciamo a raccontare bene, altrimenti.
Come ha impostato il progetto?
Cerchiamo di partire dalle domande a cui cercò di rispondere per giungere sino alla sua prossimità con le forme espressive dei giorni nostri. Il futurismo per sua natura è stato un movimento enorme, gigantesco, che ancora ci pervade. I movimenti artistici non hanno colore politico, sarebbe sbaglio collocarli in quel senso ma con il futurismo è stato fatto: non è stato semplice staccarsi da questa narrazione, ma ci tenevo a spiegare che non era legato al fascismo, ha avuto un'infatuazione, nella persona di Marinetti, che nel suo delirio anche creativo pensava di condizionare il fascismo ma ne è invece stato abusato e poi gettato via.
"Caffeina del futuro" è composto da scene con attori, interviste e materiali di archivio.
Siamo partiti da un movimento pittorico, nel senso che pittoricamente ho costruito un tessuto visivo, e poi ho iniziato a fare ricerca. Io nasco come scenografo, ho iniziato con un disegno di come e dove avrei voluto realizzare la ricostruzione storica. Un artista può camminare per strada e vedere il mondo attraverso la sua visione, solo lui può: partendo da questa considerazione, ho voluto ricostruire il tutto.
E come mai questo titolo?
Loro stessi dicevano di essere come la caffeina, perché davano forza, ti tenevano in piedi, avevano un'energia vitale. Siccome poi il futurismo travalica lo spazio nazionale per arrivare a quello internazionale, è diventato "del mondo". Le loro visioni erano davvero avanti: avevano "visto" treni iperveloci e leggeri come l'alluminio, ma anche i tablet, parlando di scrittura possibile su strutture di silicio alte 3 millimetri... la loro visione era straordinaria. Frank Zappa, John Cage parlano del futurismo: ha lasciato impronta importante nella cultura del secolo scorso.
Come ha collaborato con Giordano Bruno Guerri?
Lui è il testimone, lo studia da tanti anni, è il protagonista del documentario e l'ho inserito facendolo diventare un personaggio futurista dell'oggi. Gli vengono gettate addosso immagini, visioni, compie movimenti particolari, ho giocato con lui, è stato molto interessante.
12/09/2025, 15:00
Carlo Griseri