VENEZIA 82 - AGNUS DEI: Le piccole cose della vita quotidiane
e le grandi tradizioni che ci arrivano dal passato
Sembra quasi impossibile che nel cuore di Roma a Trastevere, in pieno centro storico esista ancora un luogo così mistico, toccante, fuori dal tempo, lontano da tutti e tutto; il monastero delle monache benedettine di Santa Cecilia. nI quel luogo dove si conservano ancora antiche tradizioni, si svolge la vicenda raccontata con grande partecipazione, nel film “
Agnus Dei” del bravo regista Massimilano Camaiti.
Una tradizione che si rinnova ogni anno: due agnelli appena nati, ornati e benedetti, vengono affidati alle cure di alcune monache di clausura. Saranno loro a coccolare e curare ogni giorno i due animali. Giorgio per giorno, durante l’anno santo. La cinepresa del regista romano, entra con rispetto e delicatezza in quei luoghi sacri, lasciando fuori il mondo caotico e confuso. Ecco che comincia il rito della preparazione del pallio, ovvero un paramento liturgico usato dalla chiesa, costituito da una striscia di stoffa di lana bianca. Grazie alla lana dei due agnelli nuovi ospiti del monastero, con quella lana, le monche di clausura prepareranno minuziosamente l’antico mantello che il pontefice indossa il 29 giugno, solennità di Pietro e Paolo. Ma proprio mentre l’anno santo scorre, da una radiolina arriva la notizia delle condizioni di salute di Papa Bergoglio. Le uniche notizie che arrivano dal mondo esterno. Fino alla comunicazione ufficiale della morte del pontefice e, in seguito,l’elezione del nuovo papa, Leone XIV.
Poco più di settanta minuti di cinema fatto con il “cuore”che conferma il talento di
Massimiliano Camaiti. Un documentario girato “in punta di piedi”, alla ricerca di un naturalismo, di un verismo quasi verghiano. Come vuole la grande trazione dei documentari diretti dai migliori autori del passato; da Ermanno Olmi a Franco Piavoli che con “
Il Pianeta Azzurro” fece il giro del mondo raccogliendo consensi ovunque. In totale assenza di virtuosismi cinematografici di cui abbondano i registi che hanno poco da dire, Camaiti sceglie lo stile essenziale senza fronzoli, perché davvero non c’era bisogno di nient’altro.
“
Agnus Dei” è davvero un grande lavoro toccante che ci ricorda quanto sia importante soffermarsi sulle piccole cose della vita quotidiane e sulle grandi tradizioni che ci arrivano dal passato. Quelle piccole cose che noi comuni mortali abbiamo dimenticato, vivendo in un meccanismo frenetico e diabolico che ci allontana sempre più dai grandi valori della vita. Per fortuna il film vive di silenzi, in quasi assenza di parole. Questo stesso silenzio dai mille significati,si trasforma magicamente nel linguaggio che sorregge tutto il film. Una bella storia di attimi da cogliere in ogni sequenza. Se ancora ne siamo capaci.
05/09/2025, 14:46
Federico Berti