VENEZIA 82 - Columbu: "Il ruolo in Confiteor mi spaventava"
Simonetta Columbu è parte del cast del film "Confiteor - Come Scoprii che Non Avrei Fatto la Rivoluzione" di Bonifacio Angius, nel ruolo di Miao Miao.
"Quando Bonifacio mi ha raccontato il film, il personaggio, devo ammettere che all'inizio ero un po' spaventata. Ho detto, ma sul serio? Io dovrò raccontare tutte queste sfaccettature di questa persona? L'ammirazione che ho per lui mi ha portato a compiere un totale atto di fiducia nei suoi riguardi e a seguire il flusso e raccontare questo personaggio senza esitazione. Miao Miao è un personaggio molto sfaccettato, non chiede il permesso di esistere e non chiede il permesso per agire. È molto impulsivo, è molto anche romantico, poetico, passionale, ma anche sa essere molto duro e molto anche un po' severo quando vuole per usare così un eufemismo. Però poi se ci pensi è così che siamo noi tutti nella vita reale. Non siamo buoni o cattivi, non siamo bianco o nero. Siamo, a seconda delle situazioni in cui ci troviamo davanti, assolutamente diversi, dolcissimi e anche cattivissimi e crudelissimi. La bellezza di questo film è la grandezza di Bonifacio è anche nella sua capacità di raccontare i personaggi per come sono le persone nella vita vera, non come vorremmo che fossero ma per come sono davvero.
Avete lavorato anche con un po' di improvvisazione, immagino.
Io e Bonifacio abbiamo improvvisato tanto, anche per 30 minuti di fila. Mi ha detto che da quella improvvisazione vuole trarre un cortometraggio! Ci siamo divertiti tantissimo ma insomma non con tutti si può compiere questo lavoro.
Stare nel suo set non è solo una lezione di recitazione ma una lezione di cinema.
Il tuo curriculum è molto vario, come ti senti in questo momento?
Ogni lavoro che ho fatto mi ha arricchito. Fare le fiction, come nel mio caso in "Che dio ci aiuti", e stare sul set per 18 mesi di fila tutti i giorni è comunque stata una grandissima lezione che mi ha aiutato tantissimo. Mi ha insegnato a tenere duro perché poi fare le fiction è veramente faticoso.
Recitare dei copioni che sono scritti bene, sì, ma non hanno la poetica e magari quella profondità che puoi trovare in un film d'autore, è anche una sfida recitativa.
Ovviamente quando fai un film d'autore come quello di Bonifacio, o di Daniele Lucchetti, è bellissimo perché hai la possibilità di approfondire pure il regista, il personaggio, di respirare quel sogno e di vivere in un ambiente veramente romantico.
Queste sono un po' le differenze: in un caso ti senti veramente dentro l'industria e nell'altro ti senti, non so, come catapultata in un passato molto poetico.
02/09/2025, 09:02
Carlo Griseri