Note di regia di "Waking Hours - Ore di veglia"
Questo film nasce dalle profondità della foresta come spazio reale e immaginario, dove la materia del visibile si sfalda. La foresta sulla rotta balcanica non è sfondo né cornice, ma il corpo vivo e il cuore pulsante, luogo di spaesamento e trasformazione.
È insieme barriera e rifugio, un teatro oscuro e una dimora provvisoria per le persone che la percorrono. Lì, ogni forma si dissolve, e le traiettorie individuali dei passeurs che la abitano, emergono come voci singolari che attraversano il buio.
Cinema del reale e teatro si fondono, in un dialogo continuo tra ciò che si mostra e ciò che si nega alla visione. La massa oscura che invade il fotogramma è una condizione esistenziale: buio di foresta, buio di paura, buio di desiderio, buio dell'invisibilità politica.
La rotta balcanica è una presenza persistente che lavora ai margini dell'inquadratura e che il film cerca di far entrare senza mai mostrarla.
Alla logica dell’investigazione istituzionale opponiamo una contro investigazione poetica e civile, che non cerca colpevoli ma crea ascolto. La foresta è la nostra barca. Il cinema, il nostro attraversamento.
Federico Cammarata, Filippo Foscarini