PESARO 61 - IL PRIMO FIGLIO, l'opera d'esordio di Mara Fondacaro
Opera prima nel lungometraggio della napoletana
Mara Fondacaro, classe 1994, “
Il primo figlio” è stato presentato in anteprima al pubblico di piazza del Popolo alla 61esima edizione della
Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. Scritto e diretto dalla giovane autrice (che era già stata alla Mostra come co-autrice del corto “
Sognando Venezia” di Elisabetta Giannini), racconta la storia di Ada, una donna incinta alle ultime settimane prima del parto, e delle difficoltà dell'attesa, accanto al marito e di fronte a una svolta nella sua vita per cui non sembra essere del tutto pronta. Bisognerà capire perché, prima di tutto, e poi cercare di modificare la situazione.
Ci sono tanti misteri, ne “Il primo figlio”: un trasloco che è anche un “ritorno” (ma dove?), fatto in un momento della gravidanza evidentemente poco consono allo sforzo emotivo richiesto; una serie di dimenticanze improvvise di Ada (cui dà volto e voce una convincente
Benedetta Cimatti, fisicamente e non solo molto lontana dal ruolo che l'ha resa celebre, Donna Rachele, la moglie di Mussolini-Marinelli in “M – Il figlio del secolo”) che si rivelano essere quasi mai casuali; una divergenza nella scelta del nome del bimbo in arrivo (Andrea o Lorenzo?) che sembra spiazzare in primis i due futuri genitori. E non solo: ma è impossibile scriverne ancora senza andare oltre a ciò che è consentito sapere prima di affrontare la visione.
Una fotografia glaciale, a cura di Fabio Paolucci, aumenta la tensione di questi 90 minuti circa in cui Ada è centrale, per lo snodo degli eventi ma anche fisicamente, nell'inquadratura (una scelta rigorosa, quella di rendere simmetrica la posizione dei soggetti in scena, che non appare forzata anche se è evidentemente rigida). Accanto a lei poche persone, il marito (
Simone Liberati, sempre a suo agio nei ruoli di uomini spaesati ma di buona volontà) e qualche presenza come Paola (
Astrid Meloni), che sembra essere l'unica chiave possibile per risolvere i “sospesi”.
Fondacaro nell'autunno 2023 vinse con questa storia la prima edizione del Premio SIAE Cinema per giovani sceneggiatori nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, e poche settimane dopo – su idea della co-produttrice
Pilar Saavedra Perrotta – era sul set in Molise, prima di affrontare lunghi mesi di post-produzione e di attesa della situazione giusta per l'anteprima.
“
Il Molise esiste, lo abbiamo dimostrato – ha scherzato Saavedra Perrotta sul palco pesarese –
anche se è l'unica regione d'Italia ancora senza una film commission, siamo riusciti a realizzarlo sul territorio”.
Un'opera prima che usa il genere (
horror, almeno nei suoi sviluppi finali) per affrontare il tema difficile delle gravidanze più complesse, quelle che si teme possano non finire bene, che arrivano dopo traumi da cui non si è pienamente usciti: “
Ho conosciuto Mara da suo insegnante al Centro Sperimentale – ricorda
Stefano Sardo, co-produttore insieme a Ines Vasiljevic per Night Swim –,
le chiesi di farmi leggere qualche sua idea e rimasi colpito dal coraggio di questo script. Grazie alla Mostra, ora speriamo si trovi qualcuno di altrettanto coraggioso per arrivare a un'uscita in sala”.
“
Il primo figlio” è un film di silenzi e di ambienti, di atmosfere e di informazioni dosate che aiutano, lentamente e inesorabilmente, a svelare la complessità del tutto. Qualche ingenuità di scrittura, quasi inevitabile in un'opera prima e resa più evidente da una struttura produttiva a basso budget, non intacca la resa di un'opera che dimostra consapevolezza e misura, oltre a una visione convincente e originale sul tema trattato.
Fondacaro ha coraggio, è stata ben sostenuta e ha portato a compimento un esordio di sicuro interesse. Nell'attesa che trovi un pubblico, la piazza di Pesaro ha apprezzato.
16/06/2025, 08:00
Carlo Griseri