Note di regia di "Opla'"
Oplà è il ricordo di un’estate. La storia di Nina è fatta di memorie familiari contraddittorie e prende ispirazione da percezioni che mi sono rimaste impresse dall’infanzia e dall’osservazione dei bambini che ho incontrato durante le mie ricerche.
Il cortometraggio nasce dall’esigenza di raccontare, attraverso lo sguardo e le esperienze di una bambina, l’elaborazione del trauma di un abbandono e l’assenza della figura paterna. Il mio interesse si posa sulle piccole cose, su frasi e gesti semplici dietro ai quali si nascondono violenze psicologiche sottili, quelle più difficili da riconoscere.
Nel film realtà e immaginazione si mescolano e si confondono, così come nella natura dei ricordi lontani di un adulto e del mondo fantastico che appartiene al modo di vivere del bambino. Non sapremo mai con certezza se gli incontri col padre siano reali o proiezioni di Nina, quello che conta è la sua esperienza, il filtro attraverso il quale vede ed elabora le sue esperienze che sono reali dal momento in cui le percepisce come tali. Lo spettatore sarà sempre con lei, entrerà nel suo mondo. La figura del padre, così illeggibile e respingente, la guiderà in un passaggio di crescita interiore di consapevolezza. Una crescita che però non le porterà delle soluzioni, ma si fermerà alla realizzazione di un problema, lasciando chi la osserva all’inizio di una nuova fase di vita che si può solo immaginare.
Giulia Camba