CINEMAMBIENTE 28 - DYING LOCHS di Francesco De Augustinis
Dying Lochs è un documentario di Francesco De Augustinis, prodotto da One Hearth Doc e girato nelle Highlands scozzesi, isole dove sono stati impiantati diversi allevamenti intensivi di salmone. Questi allevamenti stanno mettendo a repentaglio gli ecosistemi della zona, sono delle grandi gabbie circolari che occupano gran parte dei laghi e delle insenature delle coste scozzesi, e sono di proprietà di grandi industrie ittiche norvegesi.
Con la scusa della offerta di lavoro alla popolazione, le industrie si sono espanse nel giro di poco tempo ed hanno preso sempre più spazi protetti, giustificando le loro scelte aziendali con il pretesto di incrementare l’economia locale. In realtà, sono grandi industrie che non hanno a cuore l’ambiente e non tutelano la salute dei salmoni che allevano senza alcun rispetto. Il problema degli allevamenti intensivi in generale(non solo dei salmoni) è legato al benessere degli animali costretti in cattività e obbligati a dividere spazi inadeguati per il loro grande numero, ma soprattutto è legato al fatto che sono costretti ad ingurgitare mangimi con additivi necessari a combattere parassiti e malattie causate dall’innaturale sovrannumero di conviventi, che causano spesso anche il 40% di mortalità.
Questo documentario ci offre una panoramica delle criticità legate ai salmoni colpiti dal pidocchio di mare che viene combattuto con mezzi poco rispettosi della salute dell’ambiente lacustre dei Lochs scozzesi, che in effetti, come dice il titolo, stanno morendo. Proprio a causa del tipo di mangimi contenenti sostanze chimiche, che vengono somministrati ai salmoni imprigionati all’interno delle gabbie, il fondale ha perduto quasi del tutto le sue caratteristiche, purtroppo le alghe hanno perduto la loro efficacia, non scambiano più ossigeno e non offrono più la possibilità di vita ad altre specie come granchi, gamberi, ricci, ecc. che si stanno estinguendo in tutta l’area. Sotto la superficie marina giace una poltiglia gelatinosa che ha perso ogni traccia di vitalità.
Le attiviste intervistate tengono a sottolineare il fatto che il consumo di salmone nel mondo è salito a livelli altissimi, ci informano che a causa di questa spropositata richiesta, sarà difficile far capire alla gente e ai governi che si rischia di perdere completamente la salute dell’ambiente naturale se non si mette un limite alle richieste delle aziende ittiche che continuano a chiedere licenze per espandersi in altri laghi ed in altri siti. La speranza è che le comunità locali ed anche film come questo, riescano a far comprendere al governo che non dovrà rilasciare altre licenze, perché lasciare altri territori marini e lacustri alle industrie non potrà che peggiorare la situazione contribuendo ulteriormente alla distruzione dell’ecosistema delle Highlands.
09/06/2025, 08:22
Silvia Amadio