Note di regia di "Medea"
Il personaggio di Medea è controverso, storicamente si trova nel mezzo tra l’essere una donna indipendente, primo simbolo dell’emancipazione femminile, e l’essere una strega, una maga senza scrupoli capace dell’uccisione dei propri figli, per quello che agli occhi di molti sembrerebbe un semplice capriccio. La Medea che ho voluto rappresentare io è quella umana, che si stacca dall’archetipo che l’ha fatta nascere, per diventare prima una donna innamorata, poi un’esule, che si trova catapultata in una terra straniera in cui è considerata prima una maga pericolosa, poi un simbolo, che conduce le donne alla consapevolezza. In questo cortometraggio Medea ricorda la sua storia, e la racconta con l’atteggiamento di una diva del cinema muto, accompagnata dal coro greco, che ripete incessantemente una formula magica: “Saron Kuta Karon Kalah”. Queste parole in realtà sono vuote, non esistono in nessuna lingua, perché Medea non fu maga e non fu strega, fu solo una donna che ha amato con tutta la sua anima.
Francesco Romanelli