MANGIA! - L'esordio al cinema di Anna Piscopo
Musica e bulimia: batte il tempo l’esordio dietro la macchina da presa dell’attrice pugliese
Anna Piscopo,
Mangia!, in cui l’aspirante cantante Maria (interpretata dalla stessa regista) condivide con la sua rivale Sarah frustrazioni, delusioni e l’infatuazione per il medesimo ragazzo.
Girato con evidenti ambizioni autoriali praticando gli stilemi di “Dogma 95”,
Mangia! rifiuta ua narrazione tradizionale, respingendo un’etichetta di genere (commedia? dramma? sperimentale?) che troppo avrebbe ingabbiato la sua anima anarchica e sanguigna. La regista adatta con Galliano Juso il proprio omonimo spettacolo teatrale diventato un caso già nel 2017, investendo un budget ridottissimo in un’operazione a tratti disturbante, flirtante con il trash ed il grottesco ma estremamente ironica, che colpisce per l’assenza di filtri non soltanto cinematografici ma linguistici e visivi in senso lato.
Lo sviluppo della vicenda si concretizza in un’opera prima che parla schiettamente (anche in dialetto) e schiettamente sbatte in faccia allo spettatore moltissime contraddizioni e parecchi malfunzionamenti della nostra società.
Piscopo sceglie di raccontare il senso di non appartenenza al mondo e il disagio sociale propri della sua generazione partendo dal cibo e da tutto ciò che ruota intorno ad esso: brioche, olive, “cozze fritte e baccalà” diventano metafora di una società impositiva, imbrigliante ed oppressiva da cui bisogna liberarsi sia fisicamente (vomitando) sia concettualmente, cercando una strada che si discosti dalla normatività tradizionale. Tuttavia, se la famiglia è un luogo dal quale fuggire in quanto fonte inesauribile di pressioni psicologiche e costituzionalmente incapace di offrire protezione, comprensione e affetto, anche la ricerca di un futuro stabile e autonomo che rifiuti il patriarcato (“Non ho bisogno di un uomo per uscire di casa, io”) non è certo esente da delusioni, tanto a livello personale (“Non ho bisogno di essere sola per sentirmi sola”) quanto a livello professionale.
Il linguaggio scelto dall’autrice barese trapiantata a Roma presenta questo panorama in modo diretto ma divertente, riuscendo a coniugare la comicità di certe situazioni con un’ironia che investe vari aspetti del linguaggio cinematografico stesso, dalle performance attoriali al montaggio che fa da contrappunto ritmico in negativo alle battute dei personaggi (il veloce rewind quando il ragazzo dice a Maria quel “qualcosa di importante” che è decisamente in contrasto con le aspettative della ragazza). Non ci si faccia però trarre in inganno dall’apparente superficialità del racconto: Piscopo prende tutto seriamente, come dimostra l’ispirazione al manifesto di Lars von Trier e Thomas Vinterberg (seppur non rispettato integralmente): camera a mano, assenza di effetti speciali, rifiuto del genere cinematografico, riprese nelle location reali (Catania) spinte fino ad utilizzare attori presi dalla strada (“Mustafà, vero homeless nel ruolo di sé stesso”, citano i titolidi coda) sono punti salienti di una poetica rielaborata per comunicare l’immediatezza di un fare cinema concreto e artigianale nonché la normalità di una vita come tante.
Tra meditazioni fallimentari e irritazioni al colon causate dal veganesimo, la regista irride le mode e le manie della società contemporanea, dal poliamore al desiderio di fama, contrapponendo il cuoricino di un follower in più a lattuga e pomodori gettati sul palco durante un finto provino, mentre i sit-incontro l’alimentazione a base di carne si scontrano con l’ipocrisia di un mondo in cui l’ossessione per la dieta o per i vestiti realizzati senza sofferenze animali vengono schiaffeggiate da un completo disinteresse per gli abusi sui minori che per cucire un pellicciotto “non hanno maltrattato alcun animale”.
Piscopo mette indubbiamente tanta carne al fuoco e il suo Mangia! pare spesso non avere unadirezione chiara risultando un po’ sconclusionato, ma è irriverente al punto giusto e, anche se può comprensibilmente non incontrare i gusti di tutti gli spettatori, non può passare inosservato.
02/05/2025, 08:39
Alessandro Guatti