Una storia del cinema horror degli ultimi (circa) cinquant'anni, con un taglio personale che interpone in più occasioni la biografia del suo autore (che si dichiara promotore tra i più convinti del genere in Italia, da sempre): "
So cosa hai fatto. Scenari, pratiche e sentimenti dell’horror moderno" è il saggio di (e in parte su)
Pier Maria Bocchi, firma importante della critica italiana.
Lindau pubblica un volume prezioso, in cui si analizza il cinema horror a partire dalla fine degli anni ’70, periodo identificato da Bocchi come quello che "ha segnato la nascita dell’
horror «moderno», campanello d’allarme e cartina al tornasole di istanze sociali, politiche e culturali".
Nel testo se ne approfondiscono le strategie produttive, le intenzioni e le estetiche. Si racconta quasi un film all'anno, quasi un film per sottogenere dell'horror, sempre con diramazioni che partono per altre (re)visioni, altre riflessioni su film che troppo spesso - salvo qualche fortunata eccezione - la critica ha sottovalutato, a volte addirittura vilipeso (o quasi).
Bocchi no, non lo ha mai fatto e rivendica qui il suo ruolo, ora che la frangia di coloro che capiscono i molti sensi dell'horror si allarga. Scelta comprensibile ma che a volte distoglie un po' dall'interessante disamina puramente cinematografica, è che è forse l'unico difetto di questo testo prezioso, molto scorrevole e pieno di tentazioni visive (anche di cose che mai avremmo pensato di voler vedere...).
31/10/2024, 12:42
Carlo Griseri