Fantascienza in costume (o qualcosa di simile). Ma anche il racconto di un mondo (più o meno metaforicamente) alla fine, di fronte a una catastrofe (personale o universale?). Il tutto con l'uso di pochissime parole, di un paio di attori, di un unico ambiente (la montagna) e di qualche efficace effetto speciale digitale:
Nicola Sorcinelli con "La Confessione" riesce nel compito, non semplice, che si era preposto, quello di mostrare con così pochi elementi «una relazione che giunge al termine, così totalizzante da impedire di vedere ciò che accade intorno».
A vivere la fine di questa relazione sono
Romana Maggiora Vergano, ormai affermatissima dopo i riscontri di "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi e il ruolo da protagonista ne "Il Tempo che ci vuole" di Francesca Comencini, e
Andrea Arcangeli, che fu Roberto Baggio nella serie sul calciatore ma anche spesso attore del nostro cinema indipendente, da "Il muto di Gallura" a "Come pecore in mezzo ai lupi". Sono in parte, equilibrati ma consapevoli delle emozioni che devono trasmettere.
Sorcinelli, al momento impegnato nella pre-produzione della sua opera prima, aggiunge con "La Confessione" un nuovo importante passo nel suo percorso artistico, dopo il Nastro d'Argento vinto con "Moby Dick".
Dietro tutto questo c'è anche la progettualità di
Nieminen Film (la produzione qui è di Cattleya, con il loro supporto): una realtà intorno a cui si muovono sempre più autori e autrici di qualità, capaci di realizzare progetti con budget contenuti, alta qualità, chiara visione. Senza i riflettori puntati addosso, finora, ma ancora per poco.
18/10/2024, 11:35
Carlo Griseri