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Note di regia de "La Storia del Frank e della Nina"


Note di regia de
Questa storia nasce dal desiderio di raccontare la mia città: Milano.  Milano è una città discreta, nel senso che è “dentro”, dentro i palazzi, dentro i cortili, nascosta nelle case, nei quartieri che sembrano vuoti, silenziosi, ma che, ad uno sguardo più approfondito, nascondono mille voci: storie di vite, di speranze, di persone. Milano è fatta a cerchi. Oltre la cerchia esterna ci sono le cittadine da cui provengono i pendolari. Cioè quelli che la mattina si alzano e vanno a nutrire il centro, come un cuore che batte e viene alimentato e cresce. Dalla Circonvallazione esterna i grattacieli futuristici del centro appaiono in lontananza come un miraggio. Qualcosa di vicino e lontanissimo allo stesso tempo, qualcosa che se allunghi la mano da un tetto della Gescal ti pare quasi di toccarla. Sono mondi particolari, le cerchie esterne, atipiche, fatte di gente che lavora, di amici, di ragazzi con la loro voglia di esistere nonostante tutto. Di gente che è emigrata in cerca di un futuro migliore. I nipoti di quelli della banda dell’Ortica, o del Cerutti Gino cantati da Jannacci e Gaber, o della Mala di Strehler, Carpi e Dario Fo. Lavoratori, piccolo borghesi, riders, emigranti, operai, anche ladri o disperati, tutti a condividere un sogno nascosto nella nebbia delle sere d’inverno, sussurrato dentro i pensieri dei pendolari alla stazione o sui tram e nelle metropolitane, che per sentirlo ci vogliono gli angeli di Wenders emigrati direttamente da Berlino. De Sica ce l’aveva disegnata così, magica, miracolosa. Volevo raccontare oggi Milano come una città romantica, di avventura, di futuro. Perché Milano è una città di sognatori. Io Milano l’ho vissuta da adolescente, poi me ne sono andata e quindi volevo raccontare una città vissuta con l’energia e gli occhi dei ragazzi. Gli eroi protagonisti di questa storia sono tre ragazzi, tre amici, i loro sogni e la città alla ricerca del loro posto nel mondo, della libertà, dell’affermazione della propria unicità, del loro modo di vivere la realtà e i legami, di un amore anarchico (un po’ come quello di Jules, Jim e Catherine) dell’affrancamento dal mondo degli adulti con le loro regole all’interno delle quali quei tre non trovano spazio. Perché sono unici e irripetibili (come tutti noi) e i paradigmi sociali della città gli stanno molto stretti.  Questa è una storia di 3 ragazzi, e di gente comune e straordinaria, con un narratore muto, una realista rivoluzionaria e un irriducibile sognatore e le loro avventure dentro la città romantica e dura, nascosta e irresistibile, all’inseguimento del futuro.

Paola Randi