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VENEZIA 81 - "Dadapolis", un caleidoscopio di voci napoletane


Nel documentario di Carlo Luglio e Fabio Gargano, sessanta artisti raccontano la Napoli di oggi.


VENEZIA 81 -
"Napule è mille culure", cantava Pino Daniele nel brano che più di altri è divenuto nel tempo un manifesto del capoluogo campano, aggiungendo poi che Napoli è allo stesso tempo mille paure, nu sole amaro, addore e' mare, na' carta sporca, e tanto, tanto altro.

Difficile, quasi impossibile, raccontare le mille sfaccettature di quella città in una sola opera. A lanciarsi nell’ardua impresa sono stati Carlo Luglio e Fabio Gargano nel documentario “Dadapolis”, presentato a Venezia nella sezione ‘Confronti’ delle Giornate degli Autori.

Così come accadeva nell’omonimo libro di Fabrizia Ramondino e Andreas Friedrich Müller “Dadpolis - Caleidoscopio napoletano”, a cui il film si ispira liberamente e ne trae il titolo, la chiave per affrontare questo viaggio tra passato, presente e futuro è la Parola. Gli autori scelgono un luogo-simbolo di Napoli, il porto, con tutto ciò che lo circonda, e affidano ad una sessantina di artisti, tra pittori, musicisti, fotografi, attori, registi e scrittori, il compito di raccontare la loro “Partenope”, facendolo a briglie sciolte, senza peli sulla lingua.

Ciò che ne viene fuori è un vero e proprio caleidoscopio di narrazioni, immagini e musiche, che scandiscono varie interviste strutturate come piccoli simposi, in cui generazioni fra loro distanti conversano con tono nostalgico attorno ad un passato roseo, ed incerto verso un futuro che preoccupa e non poco. I tempi sono cambiati, la città si trasforma, l’arte sembra essere messa a rischio dai nuovi bisogni della società contemporanea, e l’ambiente lancia dei segnali di emergenza che in pochi sembrano essere interessati ad ascoltare.

A fare da sfondo scenico ai numerosi momenti di incontro fra intellettuali e artisti sono barche spiaggiate o navi dismesse, fantasmi di qualcosa che ieri viaggiava veloce e pieno di speranza, e che oggi sembra destinato a fermarsi.

“Dadapolis” si connota quindi come un film-saggio che non cerca di dare soluzioni al mutamento di una città immortale come Napoli, ma che prova invece ad accendere domande e critiche costruttive a partire da ricordi, sensazioni, paure e speranze di chi ha scelto nonostante tutto di viverla ancora, e chi invece la ama ormai da lontano.

28/08/2024, 18:00

Antonio Capellupo