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Note di regia di "Eleonora Abbagnato. Una Stella che Danza"


Note di regia di
Raccontare Eleonora Abbagnato significa raccontare l’Arte. Significa raccontare la danza. Ma non solo. Vuol dire raccontare la forza e la determinazione che ciascuno di noi può esprimere, può tirar fuori, per raggiungere il proprio Sogno. Un docufilm che parla dell’incredibile storia della prima Étoile dell’Opéra di Parigi straniera, la prima italiana, arrivata alla sua Soirée d’adieux, la sua serata d’addio al famoso teatro parigino, ma parla anche di tutti noi e dei nostri desideri più profondi, quelli che ciascuno tiene dentro di sé. Sì, perché nessun Sogno è impossibile ed Eleonora Abbagnato ce l’ha dimostrato con la sua tenace voglia di danzare. Oltre tutto, oltre tutti. Raggiungendo sulle punte la vetta dell’Olimpo.

"Dal primo momento che sono entrata in una sala di danza ho avuto questa voglia di lottare, perché la danza era quasi inarrivabile per me, nessuno faceva danza nella mia famiglia, nessuno mi portava a teatro, era completamente un altro mondo quello che vivevo".

Queste sue parole sono il manifesto del suo carattere volitivo, del suo modo di essere che l’hanno portata dov’è arrivata. Sì, perché il talento è un dono con il quale uno ci nasce, certo, ma serve anche la forza e la capacità di saperlo coltivare, con fatica, dedizione e con amore.

Una storia alla Billy Elliot per molti aspetti la sua, anche se in questo caso non ci troviamo in un ambiente di minatori poco avvezzi al balletto. No, qui c’è una ragazzina nata e cresciuta in una famiglia benestante ma dedita al calcio, dove la danza era considerato un semplice hobby da femmina come un altro. Per lei invece no. Come per Billy, ballare per Eleonora era qualcosa di più. Era tutto. Era tanto importante quanto respirare. Un amore vero, totale, che ha saputo coltivare e mai sopire. Ha lottato per questo, ha fatto tanti sacrifici, ma non s’è arresa mai, non ha perso mai di vista il suo grande Sogno. Grazie alla sua determinazione e alla sua forza c’è riuscita. E grazie anche a tutte le persone che l’hanno aiutata a capire la sua strada, come Marisa, la sua prima insegnante, che è stata per lei come la Mrs Wilkinson di Billy Elliot, la mentore che l’ha accompagnata facendole spiccare il volo verso le più prestigiose scuole di danza del Mondo.

Un racconto personale che si trasforma in racconto universale. Questo è l’obbiettivo di questo progetto documentario. Lei quel Sogno l’ha raggiunto, ma anche tutti noi possiamo raggiungere il nostro, basta volerlo. Magari non si arriva dove è arrivata lei, così in alto, ma non è quella la cosa importante: non perdere i nostri Sogni significa già averli realizzati.

Spina dorsale di questo film documentario è il racconto dal vero della sua serata d’addio all’Opéra, il suo ultimo spettacolo su quel palco, che chiude dopo ventotto anni la sua carriera da Étoile residente. Una serata particolare, unica, della sua vita professionale e privata, l’ultimo capitolo di un racconto personale che porta con sé inevitabilmente il sapore della fine del viaggio. Ma ogni approdo è anche un momento per ricordare la strada che uno ha percorso, per ripensare alle persone che hanno animato e condiviso quel viaggio e soprattutto per rivivere emotivamente i

momenti che hanno caratterizzato quel lungo ed intenso tragitto all’interno della Sesta Arte: la
danza.

Immagini della Soirée. Foto. Vecchi filmati. Testimonianze di amici, parenti e compagni d’arte, ma anche quelle di grandi artisti con cui lei ha collaborato: i cantanti VASCO ROSSI e CLAUDIO BAGLIONI, ma anche gli attori FICARRA e PICONE.

E poi il racconto intimo e personale di Eleonora, espresso in maniera diretta da lei, in un dialogo con il pubblico, dove si mette a nudo fino in fondo, dove ricorda, in maniera libera, il suo viaggio, il percorso che l’ha portata fino a lì. Una testimonianza emozionante, coinvolgente, raccolta in uno spazio suggestivo, un limbo indefinito, così da creare una sospensione, come se quelle parole fossero i ricordi che stanno attraversando la sua mente durante quella serata d’addio.

Tutti tasselli di un grande mosaico, al quale può essere aggiunto un altro importante elemento: la visione del Sogno. La rappresentazione dell’Arte, della Danza, attraverso un momento ballato dalla nostra protagonista sulle note di “Nuvole in fiore”, il brano di uno dei più importanti musicisti, compositori e produttori musicali, DARDUST, il quale accompagna live la performance di Eleonora con il suo pianoforte. Un momento suggestivo, dai toni onirici, simbolici, dove, in un gioco tra passato e presente, i movimenti coreografici di Eleonora vengono eseguiti anche dalla figlia Julia, che interpreta la madre da ragazzina, così come lo fa nelle varie ricostruzioni di fiction presenti nel docufilm.

Un viaggio documentario emozionale, che vuole restituire la potenza, la fatica e la magia della Danza attraverso la storia di una delle sue più importanti esponenti.

Irish Braschi