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Note di regia di "Castelrotto"


Note di regia di
Castelrotto nasce da un interesse per la cronaca locale del mio territorio, l'entroterra maceratese, negli anni immediatamente precedenti il sisma 2016, il periodo in cui anche su scala locale la carta stampata ha ceduto definitivamente il passo alle pubblicazioni online. Man mano che raccoglievo questo materiale ho iniziato a viverlo attraverso un filtro, una voce che poi è diventata il centro del film. Così è nato Ottone, un maestro decaduto che persegue la sua cieca vendetta personale e nel farlo si riappropria di una vitalità perduta. Come una fisarmonica, il suo viaggio si apre e si chiude continuamente, tra epifanie visionarie e rancori vendicativi, portandolo (e, mi auguro, portandoci) oltre i dualismi da trend topic, dentro un'apparente contraddizione che mi pare sia anche un suo grande contributo di realtà. Determinante è stata l'interpretazione di Giorgio Colangeli, architrave umano e professionale su cui si è retta la lavorazione del film. Attraverso la finestra di Ottone, la piazza di Castelrotto diventa quasi un cortile domestico, creando una naturale continuità tra pubblico e privato che chi abita i paesi conosce bene. Così il film si apre a un ampio affresco di personaggi, che in fase di casting abbiamo affidato ad un gruppo misto di attori professionisti e abitanti della zona. Per un film di queste dimensioni produttive, ho avuto la fortuna di poter collaborare con un gruppo di attori straordinari, che ringrazio per la convinta adesione. Nella costruzione della messa in scena del film ho privilegiato un approccio naturalistico, che mi ha guidato dalla scelta delle location fino al piano inquadrature e alla direzione degli attori. Uno dei vantaggi nello scrivere, dirigere e produrre un film è che non ti illudi sul campo da gioco in cui lo realizzerai. Sapevo che su Castelrotto avrei avuto una certa misura produttiva e ho cercato di integrarla sin dall'inizio nella mia idea di messa in scena. Una volta preso atto di questo, è rimasta una grande libertà e il piacere di fare cinema, che hanno reso la lavorazione una delle esperienze più appassionanti della mia vita, condivisa con una troupe di compagni di giochi prima che ottimi professionisti.

Damiano Giacomelli