Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Note di regia di "Mi fanno male i capelli"


Note di regia di
Il tema della memoria è da qualche anno al centro dei miei racconti. Lo è stato in “Le Favolose ” e lo è di nuovo in “ Mi fanno male i c apelli ” . Cosa ricordare e come farlo? C i raccontiamo attraverso i ricordi solo frammenti sparsi, montati come in un film secondo una logica personalissima e totalmente irrazionale. C i troviamo con un album di ricordi spezzettati , proprio come un album di fotografie , e sono solo frammenti, fotogrammi di quello che è stato. Questo film racconta l a vita di Monica, che ha cominciato a dimenticare e c erca disperatamente qualcosa a cui aggrapparsi quando sente di perdere parti dei suoi ricordi . L o trova nei personaggi d ei film di Monica Vitti, la donna che ha potuto essere tutte le donne possibili raccontando le con le loro debolezze e fragilità, nella loro parte comica e in quella tragica. L’attrice che uni sce il riso al pianto e permette di mostrare la donna in tutto il suo modo di essere, senza stereotipi, con umanità.

Monica si inventa in un’altra Monica per parlare di sé e confidarsi, giocare a essere diversa. Trova rifugio e ricordi in quella Monica che trova oltre lo specchio. La Vitti è per lei l’amica che tutte noi avremmo voluto avere, quella a cui confessare i du bbi sull’amore, sugli 8 uomini, sulla vita, quella con cui scambiarci vestiti meravigliosi, giocare, ridere ed essere complici in un tempo sospeso. Il tema di questo film è anche la perdita della memoria emotiva, storica. La memoria e l’identità sono legate profondamente, cancellando il passato l’identità scompare. Prendere a prestito una memoria è possibile per ritrovare sé stessi? Questa domanda mi ha guidato nel racconto del film. E ancora: dimenticare è necessario? Svuotare la cache, fare spazio , ripulire. Del resto, se come diceva Totò intervistando Oriana Fallaci “la felicità signorina mia è fatta di attimi di dimenticanza” , ben venga l’ oblio quando non ci piace quello che dovremmo ricordare!

Siamo alle soglie della dissoluzione di una certa memoria collettiva cinematografica. L’intelligenza artificiale arriverà a sovvertire completamente il modo di fare cinema, lo vediamo e lo sentiamo tutti anche se poi abbiamo diverse reazioni, chi favorevol e, chi spaventato e contrario, chi possibilista e conciliante. In me prevale sempre la curiosità di scoprire come sarà questa rivoluzione e la sensazione che opporsi agli eventi sia spesso sopravvalutare le possibilità umane. Osservo, immagino e provo a vedere quello che il cinema trasforma in visione, qualche volta in premonizion e. Cos ì , nei volti di due icone del cinema italiano , ho cercato di fissare un dialogo attraverso uno specchio. Mi piaceva l’idea di poterli avere l ì con i protagonisti del film e poter immaginare tra loro un dialogo che li rendesse ancora una volta present i. La mia intelligenza artificiale artigianale mi ha dato il privilegio di avere un film in cui recitano, insieme ad Alba Ro hr wacher e Filippo Timi, anche Monica Vitti e Alberto Sordi. È un film che parla di fantasmi e , in un certo senso, li evoca, li interroga o più semplicemente vuole passare del tempo con loro, comici o divini che siano. I l cinema mi ha permesso ancora una volta di sentire che solo una sottile parete fatta di luce e fotogrammi ci separa dai sogni . E d è il motivo per cui continuo a fare i film.

Roberta Torre