Julio Cesar e suo madre vivono insieme. Lui ha quarant'anni, lei è colombiana. La loro casa è isolata dal mondo, sono in riva al mare e con la loro piccola imbarcazione, ribattezzata "
El Paraiso" come il paese natale di lei, si sentono liberi di andare dove vogliono e quando vogliono. Sopravvivono lavorando in un ruolo minore in una piccola organizzazione che spaccia cocaina, ma per il resto vanno a ballare, mangiano, passano il tempo: (quasi) sempre insieme.
Un giorno l'arrivo di una donna, proprio da quella Colombia in cui il figlio non è mai stato e la madre non è mai tornata, cambia i loro equilibri. Forse in modo momentaneo, o forse no: un rapporto così estremo, duraturo e per certi versi morboso non può durare per sempre. O forse potrebbe, ma sarebbe meglio almeno per Julio Cesar provare ad allentarlo, se non a spezzarlo del tutto.
Enrico Maria Artale dirige un film con due pilastri come
Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco, eccezionali nell'aderire a due ruoli scomodi, eccessivi, totalizzanti, a farlo dando anima e cuore a una madre e un figlio prigionieri del loro affetto.
In un contesto così intimo trovare spazio e luce per altri non era semplice: ma ci riesce
Maria del Rosario, una credibilissima "tentazione" per Julio, e soprattutto
Gabriel Montesi, che strappa applausi (e risate) pur nei brevi spazi che gli sono concessi.
"
El Paraiso" straborda come inevitabile che sia; provoca come da intenzione nel mostrare un rapporto difficile da accettare; esagera e deraglia più volte. Ma sempre con il cuore in mano, palpitante e delicato.
04/09/2023, 07:25
Carlo Griseri