Ho voluto dedicare ai miei nonni qualcosa che rappresentasse una parte di me, del mio percorso di vita.
L’attuale casa in ristrutturazione che mi hanno lasciato in eredità, è stato il pretesto migliore per descrivere quello che sono stati e saranno sempre per me.
La partita a carte rappresentata all’inizio del cortometraggio mi riporta indietro nel tempo, quando da bambino i nonni mi insegnarono a giocare a Scopa.
Ogni carta giocata dal protagonista più giovane rappresenta una problematica che il ragazzo si trova ad affrontare nella sua vita.
L’anziano, ogni volta che mangia una carta, cerca di risolvergli i problemi.
Ad un tratto la figure più anziane spariscono ed il giovane si trova spaesato a navigare un sentiero buio e pieno di imprevisti. Ma è nel momento più oscuro che capirà di avere sempre e comunque un aiuto.
Con questo cortometraggio ho cercato di raccontare il supporto e la protezione che i nostri cari ci danno costantemente, anche quando purtroppo non sono più presenti fisicamente.
L’obiettivo è di trasmettere allo spettatore l’irrequietezza che vive il protagonista durante la ricerca di se stesso e lungo il suo percorso di crescita, arrivando poi alla risoluzione finale portandolo a sfogarsi in un senso di sollievo e stupore.
L’esperienza visiva dovrà sembrare un lungo sogno che non termina con un risveglio ma con una nuova consapevolezza.
Fabio Ravioli