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Note di regia di "Fran Luv Sopravvissuto per Amore"


Note di regia di
"Sopravvissuto per Amore" è il terzo film di una trilogia mockumentary sulla società contemporanea, che segue il lungometraggio "Tundra" e il corto "Nell’era del babau". Indaga la possibilità che il sentimento umano sia combattuto e annientato dalle élite mondiali, cui a capo c’è la scienza medica che dovrebbe tutelare la salute e che invece acconsente ad un trattamento da cavie il popolo assoggettato alle istituzioni. Il sentimento dell’amore, nella fattispecie. In una società in cui, virus o non virus, i rapporti sociali e umani hanno subito un duro contraccolpo, la distanza forzata dal contatto intimo c’impone una riflessione al riguardo. Servirà davvero a risolvere le cose? Trattasi di una problematica che ci portiamo appresso da quando hanno inventato il cellulare e che si è ampliata con la nuova tecnologia che permette di avere il network globale a portata di mani. La dittatura sanitaria è stata poi una naturale conseguenza di uno stato di cose. I rapporti umani sono sempre più superficiali e sfuggenti, oltre che aggressivi, perché dettati da dinamiche di contenimento dalle personali e singolari manifestazioni del sentimento in questione. Ora, oltre alla cultura del sospetto sviluppatasi grazie ai social, viviamo la cultura del pericolo annidato in ogni essere umano che si avvicina ad un altro sconosciuto. E ciò provoca conseguenze alquanto pericolose, e naturalmente dannose, anche per la psiche dell’individuo. Fran Luv è un ragazzo che è stato oggetto di ricerche e sperimentazioni scientifiche perché reo, secondo il potere, di aver sviluppato in maniera sproporzionata l’ossitocina, un ormone speciale. Il suo sviluppo gli ha fatto mettere al primo posto l’amore. E in una società fondata sul profitto, che il valore primario ed essenziale dell’amore ha invalidato, dettando legge su schematismi basati sul dare e avere piuttosto che sul condividere, non può fare una vita fondata sui principi di libertà, un soggetto sano e puro come Fran Luv.
Ma è l’amore che lo salva. Quell’amore anche romantico che si fonda su principi di corteggiamento senza scopi di evidenziazione della propria posizione sociale. Un corteggiamento fondato sul trasmettere l’essenza di sé, in primis attraverso l’utilizzo dei cinque sensi, e poi per mezzo di una comunicazione franca, aperta, dotata di capacità di ascolto e volontà di appoggio e sostegno di fronte ad ogni ovvio ostacolo. Tutte queste capacità, evidentemente rare nell’essere umano giunto al nuovo secolo, dove l’arrivismo, l’opportunismo e il doppiogiochismo ipocrita sono tra le prime doti ad emergere tanto negli uomini quanto nelle donne, sono viste dunque come delle pericolose deviazioni dal pensare e volere comune. Non è tanto la costituzione della prole attraverso il processo di costruzione di una famiglia cui Fran Luv mira, quanto piuttosto la generosa condivisione della sua essenza di uomo incontaminato dalle tendenze e dagli obblighi lobotomizzanti delle singole individualità, e se vogliamo, eccentricità, nei riguardi di più donne, anche contemporaneamente. Questo va ovviamente contro anche la concezione di monogamia come base fondante una relazione di fiducia. Fran Luv, in sostanza, crede che una società costituita in maniera gerarchica, dov’è la posizione sociale che si ricopre a dettare legge in una relazione persino sentimentale, non possa essere di carattere esclusivo. Si può amare profondamente una persona, si può amare una donna più di altre, ma ciò non può impedire di amarne, per motivi differenti, più di una. Fran Luv è un reietto, un ragazzo ancora troppo giovane per capire, anche se affacciatosi già alla vita adulta, secondo le varie forme di potere. Tutte le persone a lui vicine, che si prestano a questa indagine, una volta tanto trasparente, di origine giornalistica prima e filmica poi, ne parlano con ammirazione, una sorta di devota riconoscenza a un dono raro.

Federico Mattioni