Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

PERCOCO, IL PRIMO MOSTRO D'ITALIA - Nella mente del Killer


Presentata al Bif&st di Bari l’opera prima di Pierluigi Ferrandini sul primo stragista italiano, con Gianluca Vicari, Giuseppe Scoditti, Rebecca Metcalf, Federica Pagliaroli e Laura Gigante. In anteprima dal 13 aprile nei cinema e come evento speciale solo il 17, 18 e 19 aprile distribuito da Altre Storie.


PERCOCO, IL PRIMO MOSTRO D'ITALIA - Nella mente del Killer
Gianluca Vicari è Percoco, il Primo Mostro d'Italia
Nella quotidianità di Franco Percoco, il primo “mostro” d’Italia, che sterminò la sua famiglia con un coltello da cucina nella tempestosa notte tra il 26 e 27 maggio 1956 a Bari. Dopo gli omicidi il giovane cominciò a vivere davvero, tra locali alla moda, case d’appuntamento, vestiti costosi, assaporando in pieno le gioie del suo tempo, quello del boom economico, convivendo per 10 giorni con i cadaveri dei suoi genitori e di suo fratello chiusi a chiave in una stanza.

"Percoco – Il primo mostro d’Italia", debutto cinematografico del regista Pierluigi Ferrandini, tratto dal romanzo “Percoco” di Marcello Introna, segue il giovane stragista nelle sue giornate da ricco viveur che trascorre placidamente, finalmente libero di spendere i soldi del padre, con il suo ghigno beffardo stampato in volto, con la calma con la quale tenta di nascondere il graduale fetore che comincia a espandersi in tutta la casa e nel condominio dove i vicini chiedono insistentemente dell’improvvisa assenza dei genitori. Ferrandini dirige Gianluca Vicari, volto antico e sguardo perfetto per rappresentare la lucida follia del protagonista che rappresenta al meglio quella normalità che si trasforma in mostruosità, una storia che si ripete ancora in numerosi fatti di cronaca, e che ci sembra di conoscere molto bene.

Non siamo di fronte a un thriller ma a un horror dalle atmosfere inquietanti e dilatate, che in contrasto con una elegante Bari “liberty”, sottolineata dall’elegante fotografia di Filippo Silvestris, quella del benessere borghese, ci mostra l’abisso di un’anima deviata, compiaciuta del suo gesto efferato. Come la potente mareggiata notturna che apre il film per quietarsi la mattina seguente, così Percoco dopo aver eliminato senza pietà la sua famiglia comincia ad assaporare la libertà, cercando di mettere da parte la frustrazione di non essere ancora realizzato a 26 anni e l’impotenza per un amore non ricambiato.

Il regista e sceneggiatore indaga la mente del killer senza giudicare, lasciando allo spettatore il compito di interpretare le sue “ragioni”, le inquietudini, guardandolo arrancare mentre tenta di mantenere il suo equilibrio precario, di coprire con dei batuffoli intrisi di profumo il puzzo del suo misfatto e di nascondere per l’arco di dieci giorni la sua vera natura, che rimane un mistero, come quello delle tante stragi familiari italiane delle quali Percoco è triste precursore.

28/03/2023, 19:11

Caterina Sabato