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RAIPLAY - Pantani, vita e morte del Pirata a Ossi di Seppia


La pedalata indimenticabile del grande scalatore. Dal 28 marzo su RaiPlay e il 12 maggio su Rai 3. La nuova edizione di “Ossi di Seppia” prevede ventisei episodi per ventisei “esercizi di memoria” raccontati da testimoni d’eccezione che snocciolano, settimana dopo settimana, quei fatti che hanno colpito l’immaginario nel recente passato, provando a dare chiavi di lettura anche del presente.


RAIPLAY - Pantani, vita e morte del Pirata a Ossi di Seppia
Marco Pantani
A diciannove anni dalla scomparsa, la sua fine resta ancora avvolta dal mistero. Marco Pantani, lo scalatore solitario che ha vissuto grandi trionfi e poi una velocissima caduta fra le accuse e i sospetti di doping, la cocaina e poi la morte, è stato una grande rivelazione che ha emozionato e fatto esultare gli sportivi italiani.

Nella venticinquesima puntata di Ossi di Seppia, quello che ricordiamo, dal 28 marzo su RaiPlay e il 12 maggio su Rai 3, Tonina Pantani, madre del Pirata, racconta luci e ombre di una vicenda che ha spento un grande campione. “Non voglio ancora credere che non ci sia più! …Dopo il 99, dalla sospensione, lui aveva detto basta, non voleva correre più. Ma purtroppo quella era la sua vita. Per uno che inizia da ragazzino, quella è la sua vita. Così ha ricominciato. A me sembrava di sognare. Una mattina apro la finestra e vedo che va via tutto vestito di giallo. Era bello come il sole! Dopo poco torna indietro. Di nascosto sono andata a vedere. Era sugli scalini e piangeva. Ma non piangeva mai, perché era un orgoglioso…Lui era pulito! E sono ancora qui a dire che me lo hanno ucciso".

Nel 1999 mentre Pantani si prepara al secondo Giro d’Italia viene trovato con l’ematocrito alto. “Da questo colpo non mi rialzerò” dice ai cronisti quando gli annunciano la squalifica escludendolo da un giro che avrebbe vinto. Lo scalatore romagnolo ritiene di essere vittima di un complotto e pensa di scendere per sempre dalla sua bici. Di fatto da quella squalifica non si riprende più, risucchiato dalla depressione e dalla polvere bianca che presumibilmente lo uccide a 34 anni, in circostanze ancora da chiarire.

Il Pirata muore infatti il 14 febbraio 2004 in una camera di un Residence a Rimini. La pista è quella della droga, rinvenuta nella sua stanza all’indomani del decesso. L’autopsia conferma che ad ucciderlo è un edema polmonare e cerebrale, dovuto ad un’overdose di cocaina e presumibilmente anche da psicofarmaci. Ma sono tanti i particolari che non tornano e tante ancora le domande senza risposta che avvolgono la fine del campione più amato del ciclismo italiano.

Prodotta da 42°Parallelo, è la prima serie “nonfiction” pensata per riconnettere i Milllennials e la Generazione Z con il senso della memoria, attraverso un linguaggio vicino ai giovani. Una narrazione continua di eventi che hanno segnato le nostre vite, il nostro pensiero, le nostre abitudini e che rimarranno ancora una volta …quello che ricordiamo.

26/03/2023, 10:51