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LAST STOP BEFORE CHOCOLATE MOUNTAIN - Lunedì 27 febbraio a Torino


LAST STOP BEFORE CHOCOLATE MOUNTAIN - Lunedì 27 febbraio a Torino
In occasione della selezione ai David di Donatello che lo vede tra i finalisti nella sezione documentari, il film Last Stop Before Chocolate Mountain torna nelle sale per alcune proiezioni con ospiti. A Torino sarà il cinema Baretti ad ospitare il film, cui farà seguito un Q&A con la regista Susanna della Sala e il critico Alessandro Amato lunedì 27 febbraio a partire dalle 21.15.

Last Stop Before Chocolate Mountain ha vinto tre premi al Festival dei Popoli (montaggio e distribuzione in sala) ed è stato precedentemente selezionato al Festival di Locarno. È prodotto da DocLab e distribuito da ZaLab.

Last Stop Before Chocolate Mountain è girato a Bombay Beach, un luogo che si trova nel sud della California è che viene spesso citato quando si parla di cambiamento climatico, per via del suo lago tossico. Ma oggi questa spiaggia corrisponde a una storia di rinascita dalle macerie: frequentata come località di villeggiatura tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta da artisti quali Frank Sinatra, i Beach Boys e Bing Crosby che qui venivano per fare vita mondana e per praticare sci d'acqua, nautica e pesca, Bombay Beach è poi stata abbandonata a causa di un disastro ambientale e sanitario. La salinità del lago Salton (Salton Sea) e l'inquinamento sono infatti cresciuti al punto di distruggere la fauna. I pesci sono morti quasi tutti, il loro odore e il rischio per la salute hanno fatto sì che i turisti non tornassero più e che gli abitanti si trasferissero altrove. Ma alcuni di loro, troppo poveri per trasferirsi altrove oppure troppo legati al luogo, sono rimasti, additati a lungo come outsider. Bombay Beach è rimasta una città-fantasma fino a pochi anni fa, quando sono state riaperte alcune strutture. Grazie alla fama avuta in passato l’area ha iniziato ad attirare di nuovo molti visitatori, aumentati in particolare da quando gli eccentrici abitanti hanno iniziato ad ospitare un festival artistico annuale chiamato Biennale di Bombay Beach. La sua vitalità è oggi un forte richiamo per artisti, intellettuali, organizzatori di eventi e hipster. E se il numero di residenti è ancora contenuto (circa 300), il prezzo dei terreni è aumentato.

Bombay Beach è un luogo che ci pone diverse domande: e se per sfuggire al disagio che proviamo nelle grandi città e liberarci una volta per tutte ripartissimo dalle rovine di ciò che siamo stati, anziché rassegnarci a decretare la morte di luoghi che abbiamo amato? Non è forse tempo di ripensare il modo in cui stiamo insieme, per tornare davvero a far parte di una comunità? Bombay Beach non è che una risposta possibile alla crisi che coinvolge l’intero pianeta Terra.

24/02/2023, 15:07