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Note di regia di "Una notte da dottore"


Note di regia di
Una notte da dottore è solo all’apparenza un film-commedia, perché sotto il pretesto comico dell’incontro tra due personaggi diametralmente opposti, nasconde un tema ben più delicato e universale: la paternità, e il suo inevitabile correlato, l’essere figli. Scopriamo così che il cinismo e il malessere esistenziale di Pierfrancesco (Diego Abatantuono) non sono solo il frutto dell’età e delle delusioni della vita, quanto della difficoltà di assumersi fino in fondo la responsabilità che l’essere genitori richiede e prevede. Quello che fa difetto al burbero dottore non è il sentimento, bensì la ben più complicata e concretissima semplicità dell’essere presente, anche a costo di mettere da crediti non contrattuali parte le proprie ambizioni, fossero anche nobili come quelle di chi lavora per migliorare il mondo, ma talvolta non vede i bisogni di chi gli sta più vicino. Finendo magari, come accade a Pierfrancesco, per ritrovarsi atrofizzato anche nei sentimenti. Altrettanto, per quanto in modo rocambolesco, Mario (Frank Matano) si ritrova investito di un ruolo che richiede responsabilità. Inizialmente senza volerlo, il medico gli regala quella fiducia in sé che ogni figlio dovrebbe ricevere dal padre. E con questa iniezione di autostima il giovane rider può avviarsi verso la vita adulta, dove la sua generosità e genuinità non saranno più oggetto di scherno, ma le armi per destreggiarsi tra gli ostacoli del mondo. Girare un film tutto di notte è stato emozionante. Ancor di più in una Roma resa deserta dalla pandemia, perfettamente aderente al viaggio verso il giorno dei due protagonisti. Il film è stato scritto sempre pensando a Diego e Frank, tanto che non ho dovuto quasi dirigerli. Lasciandoli liberi di agire, loro sono riusciti a portare a compimento quello che avevamo immaginato in fase di sceneggiatura, fino a raggiungere una profondità che ha finito per trascendere le nostre intenzioni originali. Sono molto orgoglioso del cast. Un ricordo particolare va ad Antonio Salines. Penso sia stato il suo ultimo film e ci tengo a dedicarglielo, con il rimpianto di non averlo conosciuto prima e la certezza che nell’eternità, se lui lo vorrà, sarà uno di quegli attori di cui non farò mai più a meno.

Guido Chiesa