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CINEMAMBIENTE 24 - Il programma di sabato 2


CINEMAMBIENTE 24 - Il programma di sabato 2
Prima giornata di un weekend ricco di proiezioni al Festival Cinemambiente, dove i “film brevi” sono protagonisti dei primi appuntamenti pomeridiani.

Il Concorso cortometraggi prende il via con la proiezione della prima tranche dei film selezionati (dalle ore 16, Cinema Massimo – Sala Cabiria), che presenta sette titoli. Machine Age, dell’inglese Sarah Stirk, porta alla luce l’insostenibile realtà degli allevamenti intensivi che soddisfano la domanda europea di uova e che minano non solo la salute degli animali, ma anche la nostra. Un altro film inglese, Rising Tide, di Ryan Stone, racconta il degrado del mare visto attraverso gli occhi di un anziano pescatore e ci ricorda che, con la pandemia, l’inquinamento degli oceani non è affatto migliorato, ma ancora peggiorato.

Arriva da Macao Murmur of Icebergs, della scrittrice Sio San Un, adattamento per immagini di una poesia della stessa regista, Ho sognato di guardare un film catastrofico, in cui le ripercussioni dei cambiamenti climatici da un punto all’altro del Pianeta accorciano le distanze tra l’Artico e la Cina. I cambiamenti climatici sono al centro anche di Life, dell’iraniano Mahdi Karbasibaf, cronaca di una disastrosa alluvione nella provincia del Golestan, in cui nel 2019 è caduta in due giorni la quantità di pioggia di un intero anno. Si viaggia ai confini del mondo con il film russo Pulse, di Darya Kuznetsova, ambientato nei remoti mari della Čukotka, dove tra i cacciatori di balene vigono ancora le antiche leggi della sopravvivenza, tanto lontane dalla nostra moderna visione del mondo. La Forêt d'Ebo, dell’italiano Paolo Sodi, è girato in Camerun, dove il disboscamento della foresta del titolo – scrigno di biodiversità oggetto di numerose campagne di tutela – minaccia la sopravvivenza di varie specie animali già a rischio di estinzione, soprattutto primati, e stravolge diritti e territori delle popolazioni indigene.
La proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista. Un tema analogo ispira River · Town, di Ma Zhandong, cronaca del dramma di quanti abitano sulle sponde del famoso fiume Jinsha, costretti ad abbandonare le case in cui vivono da generazioni dopo la decisione del governo cinese di rinnovare le locali centrali idroelettriche.

In contemporanea il Festival dedica uno spazio specifico al pubblico delle famiglie, con un programma di otto cortometraggi (ore 16, Cinema Massimo – Sala Soldati), adatti ai bambini e selezionati tra la più recente produzione internazionale. Cinque sono film d’animazione in cui, con humour e toni surreali, vengono affrontati i temi più vari: la tutela della diversità in Pengugee, dell’inglese Stephen Quenet, la vita della natura e delle specie animali in città in Urban Oasis, del francese Hervé Bressaud, e in Piropiro, della coreana Miyoung Baek. E ancora, la distruzione programmata del nostro habitat in Sputnik, dell’argentina Maria Paula Arenas, e il nostro rapporto con la natura nell’epoca dei social media in WhateverTree del canadese Isaac King. Completano il programma tre film dal vero: Consciència dello spagnolo Erik Anderson sull’inquinamento da plastica degli oceani, Water is Life del turco Anil Gök, piccola parabola sulla sacralità dell’acqua come fonte di vita, e La challenge, dell’italiano Carlo Alessandro Argenzio, promosso da Iren, che traspone i temi della sostenibilità ambientale e dell’uso consapevole delle risorse nella Procida Capitale della cultura 2022 e che sarà seguito da incontro con il regista e con Arturo Bertoldi, responsabile Eduiren.

Nel pomeriggio riprendono anche le proiezioni della sezione non competitiva Made in Italy. Il primo titolo della giornata è Intrecci etici - La rivoluzione della moda sostenibile in Italia (ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Lorenzo Malavolta e Lucia Mauri, documentario che racconta come in Italia sia in atto una rivoluzione per rendere il settore della moda più rispettoso dell’ambiente e più etico, a partire da un cambio delle strategie produttive. Una trasformazione totale di paradigma che coinvolge in primis ognuno di noi in quanto consumatori, nelle nostre scelte quotidiane. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.

A seguire (ore 19.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), la sezione presenta altri due titoli.
Gli alberi e gli esseri umani sono interconnessi? Questa la domanda che si pone Keimzeit - Il tempo della germinazione, di Davide Grotta. Nel mediometraggio la distruzione delle foreste pone quesiti esistenziali attraverso i quali concepire un nuovo modo di vedere la natura, non più come entità immutabile da proteggere in una cartolina, ma come insieme che ipotizza la trasformazione dell’ambiente anche tramite la distruzione di un bosco o lo scioglimento di un ghiacciaio. Primo di una serie di cinque film sul concetto di assenza, , di Luca Ferri, è un cortometraggio intenso, in cui un ricordo d'infanzia dello stesso regista si intreccia con il sogno distopico del protagonista. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi.

Sempre nel tardo pomeriggio il Concorso documentari prosegue con il secondo titolo in gara, il portoghese A nossa terra, o nosso altar (ore 18, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di André Guiomar. Frutto di 90 ore di riprese effettuate tra il 2013 e il 2019, il lungometraggio è girato nel quartiere-ghetto di Aleixo, a Porto, dove un progetto di riqualificazione ha imposto la demolizione di alcuni caseggiati di edilizia popolare. Il film segue il processo di transizione, il progressivo sgombero degli abitanti, la quotidianità degli ultimi rimasti che vivono sospesi nell’attesa angosciante di abbandonare per sempre le loro case, mentre le strutture di servizio della loro comunità scompaiono una dopo l’altra e la loro rabbia si trasforma in senso d’impotenza.

Nel frattempo, all’esterno, nel nuovo Salotto Arcobaleno, collocato in prossimità dell’ingresso del Cinema Massimo, proseguono le “conversazioni sul mondo che verrà”, dedicate a temi legati alla transizione ecologica. Ospite del secondo incontro sarà il giornalista e naturalista Stefano Camanni, che presenterà (alle ore 18.30) il suo nuovo libro, Nata per correre. Un viaggio che forse non potevamo permetterci – storia dell’automobile e, in parallelo, di come abbiamo costruito un mondo segnato da una crisi ecologica senza precedenti – e illustrerà le prospettive di un futuro più sostenibile.
Dialoga con l’autore la giornalista Emanuela Celona.

In serata, il Concorso documentari prosegue con due titoli. Il primo, in arrivo dall’Africa, The Ants & the Grasshopper (ore 20, Cinema Massimo – Sala Cabiria), è firmato dal pluripremiato regista inglese Zak Piper e da Raj Patel, economista, scrittore, studioso della crisi alimentare mondiale e autore di I padroni del cibo. Il film segue il viaggio di Anita Chitaya, attivista animata da grande tenacia e forza di persuasione, che dal suo piccolo villaggio nel Malawi afflitto dalla siccità parte alla volta della California, con l’obiettivo di convincere gli americani della realtà dei cambiamenti climatici e della necessità di un’azione comune. Lungo un percorso che la porterà fino alla Casa Bianca, Anita incontra tanto negazionisti della crisi climatica quanto agricoltori disperati, imbattendosi – oltre che in una scarsa consapevolezza di un’emergenza planetaria in cui nessun Paese può salvarsi da solo – nelle grandi questioni irrisolte della società statunitense: il divario tra ricchi e poveri, le differenze tra zone urbane e rurali, le ineguaglianze di genere e razza. La proiezione sarà seguita da un incontro online con i registi.

Il secondo titolo in gara nella serata è lo statunitense The Conservation Game (ore 22, Cinema Massimo - Sala Cabiria), diretto dal pluripremiato Michael Webber, che nasce sull’onda del dibattito, sempre più infuocato negli USA, sulla moda dilagante dei grandi felini tenuti in cattività come animali da compagnia. Attraverso l’indagine di un poliziotto infiltrato, Tim Harrison, il traffico di animali esotici, diventato negli USA un business multimilionario, rivela il suo lato più oscuro e le sue insospettabili connessioni con lo showbiz e con i conduttori-star dei più famosi e popolari programmi tv naturalistici. La proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista.

Sempre in serata, prosegue la sezione Made in Italy, che presenta altri tre titoli (dalle ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Soldati). Àrbores, di Francesco Bussalai, ripercorre la storia della speculazione selvaggia guidata dai Savoia che, nel XIX secolo, ha raso al suolo l’80% delle foreste della Sardegna. Un viaggio nel presente e nella memoria per ricongiungersi allo spirito di antenati che vivevano in armonia con la natura. Firmato da Peter Marcias, il cortometraggio a seguire, Una nuova voce, è una sinfonia di immagini e suoni della natura: da una parte alberi, boschi, campi, animali, dall’altra vanghe e picconi che dissodano la terra come atto d’amore e d’impegno per l’equilibrio durevole del pianeta. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi.
Tema ricorrente di quest’edizione del Festival, gli animali sono i protagonisti assoluti del documentario che chiude la serata, Il contatto (ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Andrea Dalpian, lungometraggio senza voce narrante, in cui la presenza umana rimane sullo sfondo. Il film segue due cuccioli di lupo che si trovano insieme per un anno in un centro di recupero per la fauna selvatica. Il racconto pone lo spettatore di fianco ai due piccoli, al loro spaesamento di fronte ad un mondo nuovo, alle fasi della loro crescita, al loro diventare via via più sicuri. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.

01/10/2021, 15:12