Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Non esattamente Ken Loach"


Note di regia di
Non Esattamente Ken Loach è un cortometraggio coraggioso. Lo è nello stile, nella scrittura, nei temi e pertanto ha cercato di esserlo anche nella regia. Nel film si affrontano diverse te- matiche tuttora attuali, quali soprusi, precariato, ingiusti- zie, compromessi - sempre con un tono dolce amaro - e il loro trait d’union è il tema dell’incomunicabilità. Dino è un idea- lista, estremo come chiunque abbia distribuito volantini di “Lotta Comunista” in Università, e come tale è fuori dal mondo (chi parla ancora di precariato, di salari bassi, di diritti dei lavoratori nel 2021?). Nonostante il suo anacronismo, non si dà per vinto e cerca di documentare la sua realtà, non riuscendoci purtroppo mai. Prova a parlare con i colleghi, ma trova sempre un muro. Ogni volta che tenta di manifestare le sue idee viene ignorato o zittito, quasi come se tra Dino e gli altri personaggi della storia si parlasse una lingua diversa. Questa incomunicabilità, inoltre, è stata ricercata anche nella recitazione: se si guarda il cortometraggio con un occhio at- tento, si nota come il personaggio di Dino si mostri turbato, insicuro, titubante, umano; al contrario, tutti gli altri at- tori procedono sicuri, senza mai un tentennamento nelle loro idee e azioni, senza mai cambiare. Le uniche che mantengono ancora qualche accenno di “realismo umanizzato” sono Azzurra e Serena, ma non appena se ne accorgono, cercano di rifiutare ciò che erano, tornando nel personaggio quasi all’istante. Si è cercato poi di mantenere lo stesso linguaggio anche con la fotografia: Dino filma per denunciare, ma sbaglia la stessa grammatica cinematografica. Ogni inquadratura enfatizza il co- mico, il grottesco delle situazioni, creando ulteriore distacco e mancanza di comunicazione tra la sua idea e il risultato finale.

Stefano Moscone