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LUNIGIANA CINEMA FESTIVAL 5 - I vincitori


LUNIGIANA CINEMA FESTIVAL 5 - I vincitori
Si è conclusa con successo a Fivizzano la tre giorni del "Lunigiana Cinema Fest­ival, cinema, libri, ambiente e diritti umani". Il festival diretto dal regista Daniele Ceccarini è organizzata dall'associazione Tatiana Pavlova, patrocinato e realizz­ato grazie al contri­buto del Comune di Fivizzano che sostiene e promuove l’iniziativa grazie all'impegno dell'assessore alla cultura e al turismo Francesca Nobili e del sindaco Gianluigi Giannetti, in collaborazione con le Officine Tok, Passi Paesi Parole e il patrocinio di Diari di Cineclub, Russia Privet, Apuania Film Commission e Legambiente. E' stata un'edizione molto partecipata che si è svolta all'aperto nella suggestiva cornice del giardino dell'Ostello degli Agostiniani. Il connubio tra cinema e letteratura, ha visto un'importante adesione nella tre giorni ricchi di eventi dove si è parlato di ambiente, territorio e diritti umani con i tanti ospiti del festival come Franco Arminio poeta, scrittore e regista, da sempre attento alla difesa dei piccolo borghi e al rispetto del territorio, Daniele Biacchessi giornalista e scrittore, autore e conduttore radiofonico, Matteo Taranto, la musica i Visibì, Maurizio Corrado, Maurizio Sentieri, Marino Magliani e tanti altri.  

Ecco tutti i cortometraggi premiati  con le motivazioni

Il PREMIO LUNIGIANA CINEMA FESTIVAL PER I DIRITTI UMANi 

A Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni rispettivamente autore e illustratore del film "Il sogno e la ragione. Da Harlem a Black Lives Matter". 

Miglior corto diritti umani: Colours di Melissa Estaba

Motivazione: Convinti di parlarlo, siamo in realtà “parlati” dal linguaggio, istante dopo istante, vita dopo vita. Non v’è nulla di naturale in esso: è, all’opposto, il prodotto di un lungo corso storico e culturale. Può un’interrogazione profonda, radicale sulle singole parole, sul loro senso ultimo, aiutarci a intuire il vero, reale bene dell’Uomo, tutt’ora distorto da megafoni ideologici o, comunque, adempiuto solo in minima parte? Di perché in perché, l’assillo di una bimba verso la propria mamma ci incoraggia a rispondere «sì» e, forse, addirittura a risalire più su, sempre più su, fino alla domanda cruciale, nascosta sotto ogni altra: «Perché il Male?». 

Menzione speciale per i diritti umani  a Giusto il tempo per una sigaretta di Valentina Casadei

Motivazione: Una “fiaba” urbana, scettica tuttavia non rassegnata, sugli invisibili soprusi quotidiani; su come gli individui siano spesso costretti ad assumersi non solo il peso della responsabilità delle proprie scelte ma, ingiustamente, anche di quelle altrui. Dettaglio su dettaglio, la disavventura de8l protagonista e del suo fratellino pare, poi, trasformarsi impercettibilmente in una metafora dell’Occidente i cui figli raccolgono i frutti della passata condotta dei padri: prede, all’occasione, di passioni e miraggi, ahinoi sordi quando, con occhi pesti, si bussa alla loro porta. Tuttavia, pure sul fondo dell’abisso non si è mai davvero soli. E la regista ce lo ricorda con un mite sorriso.

Miglior corto tema libero: INVERNO di Giulio Mastromauro

“Tutto quello che vuoi, fa’, Tempo dal piè leggero, / al vasto universo e alle cose sue dolci che appassiscono; / Ma un crimine molto più nero ti vieto: del mio amore / la bella fronte non incidere con le tue ore”. La supplica di Shakespeare al Tempo rivive a suo modo nel breve lavoro di Mastromauro il cui ricordo volge, però, alla madre, scomparsa giovane. «Piangetela, se volete» sussurra il regista «ma non
compiangetela… perché ha avuto la grazia, inaccettabile dalla logica umana, di scendere dalla giostra mentre per noi il giro continua, inutile e feroce». La lezione del cinema di Citto Maselli e Tonino Zangardi non è passata invano e la scenografia di Marta Morandini spicca per una cura non comune.

Menzione speciale agli studenti della scuola primaria di Monzone per "Ci salvarono gli alberi" di Elisabetta Dini. 

Miglior corto ambiente IL MURO BIANCO di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi

Il mesotelioma pleurico provocato dall’amianto, presente ancora in numerose strutture, capannoni e vascelli navali, ha derubato troppi figli della madre, troppe
mogli del proprio consorte: non dovrà mai più accadere. Brusa lo afferma sottovoce eppure deciso, riflettendo ugualmente, con la levità di una parabola, sul delicato rapporto tra innocenza e conoscenza, rivelazione e occultamento. Non è tutto: «Da oggi ci saranno nuove regole. Sembreranno strane ma è importante rispettarle». Un attimo di gelo paralizza l’uditorio: la maestra allude certo alla scoperta che gli operai hanno da poco fatto nella sua aula ma… per lo spettatore sarà impossibile non tornare col pensiero al recente biennio.

Menzione speciale LEGAMBIENTE a TROIANE di di Stefano Santamato

Rischioso parallelo, quello proposto da Santamato: come il principe Paride,
violando le leggi dell’ospitalità, attirò la furia dei Greci su Troia lasciando che i
sudditi, donne e fanciulli, pagassero il prezzo più alto, così il Potere nell’odierna
società industriale, con le sue massicce emissioni di CO2 e metano, “viola”
l’ospitalità della Terra, surriscaldandone le acque e causando, perciò, la tempesta abbattutasi sulle foreste del nord-est italiano tra il 27 e il 29 ottobre 2018. Gli indegni, come allora, restano impuniti, nondimeno, dalla morte, fiorisce una segreta bellezza: i cadaveri degli alberi si destano, “camminano” e si trasformano nelle colonne effimere di un antico rito teatrale. Ciò che per il Mercato è mero “residuo” diviene rifugio dello spirito, ammonendo di non cedere all’utile, all’inumano. Il movimento di macchina iniziale è, infine, degno dei migliori film di Werner Herzog. 

Premio Diari di Cineclub a PAPPO E BUCCO di Antonio Losito

“Il valore dell’opera è nell’evoluzione dei momenti, pari ai capitoli di un libro che si apprezza fin dalla copertina. Una sorta di paper‐book da leggere nei dettagli delle scene, nelle quali la partecipazione reciproca agli eventi sollecita una leggerezza artistica di sensibilità visuale. Misurata nelle parole, in una gestualità che si emancipa da qualsiasi sovrapposizione di carattere astratto, l’opera vive la singolarità e la complessità dei tempi all’interno di un’esperienza totalizzante che si anima nel vero e che consegue il suo obiettivo attraverso l’articolata situazione narrativa.”

08/07/2021, 12:41