La giusta compagnia, una spalla su cui appoggiarsi quando serve, la voce che sa dirci le parole adatte in ogni situazione, uno sguardo da incrociare nei momenti più delicati: nell'adolescenza di ciascuno non ritrovarsi da soli nei passaggi più delicati è fondamentale, e quando non si ha la fortuna di fare "quell'incontro", forse la soluzione giusta è inventarselo.
Questa, perlomeno, è in "
Mi Chiedo Quando Ti Mancherò" la scelta di Anita - interpretata da una allora esordiente
Beatrice Grannò - diciassettenne dal passato difficile, con problemi di varia natura ad accettarsi e farsi accettare. Tranne che dalla sua amica (immaginaria, ma in certi casi non importa), che di carattere è esuberante e un po' scorretta, di fisico è prorompente e non passa in alcun senso inosservata. Certo, se solo esistesse davvero...
La scelta di Francesco Fei, autore e regista, è quella di puntare lo sguardo dritto su Anita, favorito dall'evidente talento di Grannò, che nel giro di poco tempo ("Mi Chiedo Quando Ti Mancherò" è stato girato nel 2018) ha saputo imporsi sulla scena cinematografica e televisiva nazionale. Una scelta vincente, grazie a un copione semplice guidato da un'idea efficace.
Poco importa se non tutto il resto del cast tiene il passo, e se qualche momento risulta un po' confuso: questo insolito road movie di formazione è una storia che convince. Fei - come già in "Onde" e nel recente documentario "La regina di Casetta" - si conferma molto adatto a raccontare storie di giovani ragazze pronte a diventare donne.
Il film è tratto da “I wonder when you’ll miss me”, il secondo libro di Amanda Davis, scrittrice statunitense prematuramente scomparsa.
30/06/2021, 15:19
Carlo Griseri