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BOGRE - Vita (e morti) della grande eresia catara


Monumentale documentario diretto da Fredo Valla sul movimento cataro, tra l'Italia e la Bulgaria, la Francia e la Bosnia.


BOGRE - Vita (e morti) della grande eresia catara
"I perseguitati non hanno sempre ragione, ma i persecutori hanno sempre torto": questa frase di Pierre Bayle, filosofo francese del Seicento, chiude i duecento minuti di "Bogre", documentario che Fredo Valla ha dedicato ai catari, protagonisti dal Medio Evo - come recita il sottotitolo del progetto - della "grande eresia europea".

Un viaggio nel tempo e nello spazio (dall'Italia alla Bulgaria, dalla Francia alla Bosnia), un'immersione totale per lo spettatore agevolata dalla grande cura nella messa in scena: molto riuscita la trovata di mostrare di ogni intervista un'alternanza tra ripresa e "dietro le quinte", ma anche i teatrini di terracotta, le mappe disegnate, le letture affidate alla voce stentorea e cantilenante di Giovanni Lindo Ferretti e altro ancora.

L'idea del documentario nasce da una parola che il padre di Valla diceva per indicare qualcuno di cui non fidarsi, i “bogre” (storpiatura di "bulgari"), derivata dai Bogomìli bulgari, cristiani dualisti, che nella loro filiazione in Occidente erano chiamati Catari, nella Francia del Midì (l’Occitania dei Trovatori), nell’Italia settentrionale e centrale, nelle Fiandre, nella Germania e nella Bosnia. Da un aneddoto familiare il racconto si allarga, passando anche per Dante Alighieri e le misconosciute origini catare della Divina Commedia.

Nelle tre ore e venti minuti di visione la mole di informazioni è inevitabilmente abnorme ma questo non deve preoccupare lo spettatore: le date, i nomi, le citazioni, gli eventi singoli servono solo per costruire una visione d'insieme, per evidenziare come l'accanimento spietato della Chiesa Cattolica non sia servito a spegnere una fiamma rimasta sempre (miracolosamente?) accesa, come le riflessioni che i catari proponevano siano oggi molto più radicate e diffuse di quanto siano tanti dei dogmi "romani", e che appunto - una volta di più - i persecutori sbagliano sempre, sempre, sempre.

Ultima nota, per un singolo nella massa: Olivier de Robert, autore e narratore francese, dimostra una capacità affabulatoria per cui lo si ascolterebbe per ore e ore ancora...

08/05/2021, 20:11

Carlo Griseri