Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Note di regia di "Sulla Stessa Onda"


Note di regia di
Una storia d’amore giovanile viene travolta dalla notizia della malattia di uno dei due protagonisti. Sulla stessa onda è senza dubbio un film di genere. Ma se un film di genere racconta, ovviamente, tematiche comuni al genere di appartenenza, le scelte stilistiche al suo interno possono divergere e allontanare enormemente una storia dall’altra. Un film di genere può diventare “unico” e personale. Durante la scrittura di questo film ho stampato e attaccato al muro due fotografie: una di Luigi Ghirri e una di Massimo Vitali. Nella foto di Ghirri, come quasi sempre, non c’è nessuno: solo una passerella posata sulla sabbia che taglia in due l’inquadratura e va dritta verso l’acqua; in quella di Vitali, una moltitudine di persone sono assiepate, una sopra l’altra, in riva al mare. Le due foto sono state la mia nota visiva per non abbandonare mai la voglia di raccontare una storia dove due solitudini, dopo essersi incontrate, cercano di allontanarsi dalla folla che li circonda alla ricerca dell’intimità necessaria per vivere pienamente il loro amore.

Quali erano quindi la distanza e la prospettiva da utilizzare per raccontare visivamente queste emozioni? Con il d.o.p., Michele Paradisi, abbiamo cercato di catturare l’atmosfera dentro la quale far muovere i nostri personaggi effettuando le scelte stilistiche che più ci permettessero di supportare la storia. La luce che riflette sulla sabbia, sul mare, sulle maioliche dei pavimenti delle case, che rimbalza per terra per poi tornare su ad illuminare i volti dal basso. Le linee verticali, orizzontali e oblique che tagliano spesso il fotogramma. I totali, a volte dei campi lunghissimi, che si aprono a fine scena posizionando i personaggi all’interno di un contesto più vasto, come a voler “ricollocare” le problematiche dei nostri protagonisti.

Infine, l’apporto della Sicilia che con le sue spiagge, i suoi monti, i suoi palazzi malridotti, porta la storia in una dimensione quasi atemporale. L’aspetto décalé di tutto quello che troviamo su quest’isola aiuta, a mio giudizio, ad assottigliare eventuali barriere generazionali e dona al film un sapore nostalgico per un pubblico anche più maturo. I protagonisti del film si ritrovano ad affrontare la loro prima storia sentimentale e allo stesso tempo una malattia spaventosa: la distrofia muscolare. Prendendo la malattia in una fase non ancora acuta, avevo la possibilità di concentrare le mie attenzioni sulle ricadute psicologiche più che sui problemi fisici. Avevo più spazio per raccontare relazione fra i due ragazzi.

Esiste qualcosa emozionalmente più forte dell’amore? L’emotività del film doveva venire dalla risposta a questa domanda. In questo contesto, era importante che i due attori avessero realmente l’età dei protagonisti in modo che l’ingenuità e la purezza di un primo amore fossero credibili. Ma una volta scelti, Elvira e Christian, durante la preparazione del film, recitano senza riuscire ad entrare nei personaggi. La situazione non migliora con l’avvicinarsi delle riprese. Tanto che l’organizzatore mi consiglia, per la prima settimana, di girare con due macchine per avere più ciak possibili. A tre giorni dall’inizio del film, lascio i ragazzi da soli nella sala prove. Quando torno, li trovo contentissimi, commossi. Dal bar accanto, hanno passato un pezzo che li ha totalmente sbloccati. In mia assenza hanno provato una scena che, secondo loro, è venuta benissimo. Li guardo dubbioso, la rifanno, sorrido contento. Quel pezzo, Promise di Ben Howard, è stato sempre ascoltato sul set prima delle scene emotive ed oggi è diventato il brano di punta della nostra colonna sonora.

Massimiliano Camaiti