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LA BEFANA VIEN DI NOTTE - In vista dell'Epifania


LA BEFANA VIEN DI NOTTE - In vista dell'Epifania
La Befana vien di notte” del regista Michele Soavi porta allo schermo la filastrocca “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte”, che passando dalle parole che tutti i bambini hanno cantato alle immagini prende le fattezze di Paola Cortellesi, una bella e simpatica maestra di scuola elementare con un segreto da nascondere. Di giorno č la maestra di uno sperduto paesino ricolmo di neve e la notte prende i panni leggendari della mitica nonnina con le rughe e un po’ sdentata: č la Befana che cavalcando la sua scopa magica il 6 gennaio dispensa giocattoli e dolciumi ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi.

A ridosso dell’Epifania, di un anno non precisato, ma senz’altro non lontano, viene rapita da un produttore di giocattoli vanitoso e fanfarone, il ben in carne Mr. Johnny dalla memoria inossidabile e dall’odio tenace che accusa la dolce maestrina dalla doppia vita movimentata di avergli rovinato l’esistenza il 6 gennaio di 20 anni prima. Su queste premesse promettenti per un “fantasy” e in paesaggi d’inverno che il film rende incantevoli si snoda la rocambolesca storia. Sei dei suoi alunni si scatenano sulle loro bici per salvarla. Ne esce fuori un film divertente ma sgangherato che in alcune sequenze non ha né capo né coda.

Tra magia, sorprese e risate, riusciranno a salvare la Befana? Non lo scrivo. Desidero tenere il segreto affinché qualcuno guardi il film su qualche piattaforma ora che le sale buie sono chiuse o poco frequentate a causa dello stramaledetto Corona Virus, lo apprezzi e si diverta. Personalmente non ho trovato il lungometraggio di Michele Soavi riuscito completamente in quanto la storia č restata embrionale, per l’interpretazione, a parte quella della Cortellesi che sfodera qualitŕ da mattatrice, č ripetitiva in Stefano Fresi, il panciuto inconcludente Mr Jonny e sbiadita in quella dei sei piccoli coprotagonisti, che a parte il pedalare allegramente all’impazzata su strade innevate non sanno ben cosa fare per liberare la povera maestra dalla doppia esistenza, ostaggio di un gioioso e inconcludente rapitore.

Allo sceneggiatore Nicola Guaglianone e al regista Michele Soavi mentre dico bravi per aver tentato di darci un fantasy, genere, poco presente nella cinematografia italiana di ieri e di oggi, li esorto a ritentare con un prodotto meglio strutturato. A parte le osservazioni e critiche "La Befana vien di notte” č un lungometraggio piacevole e distensivo.

14/12/2020, 09:30

Augusto Orsi