Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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GLI INDIFFERENTI - Il giusto declino della borghesia


Il film di Leonardo Guerra Seràgnoli è una rivisitazione in chiave moderna del romanzo di Alberto Moravia. Una famiglia borghese, i guai finanziari e una serie di personaggi meno indifferenti dell'originale. Con Valeria Bruni Tedeschi, Edoardo Pesce, Vincenzo Crea, Beatrice Grannò e Giovanna Mezzogiorno. Dal 24 novembre in VOD su Sky Primafila e diverse piattaforme.


GLI INDIFFERENTI - Il giusto declino della borghesia
"Gli Indifferenti" di Leonardo Guerra Seràgnoli
Ma quanto è triste la borghesia? Era ed è rimasta triste dalla fine degli anni 20 ad oggi, da quando Alberto Moravia la descrisse nel suo romanzo Gli Indifferenti, fino a questa ultima versione cinematografica firmata da Leonardo Guerra Seràgnoli. La meschinità, la grettezza, l’aspirazione continua a un miglioramento strettamente economico, la falsità dei rapporti umani e la limitazione dell’ambito in cui ci si muove, vedi i rapporti sessuali e sentimentali che si sviluppano solo nel proprio microcosmo, tra segreti e bugie.

L’operazione di attualizzazione in questo contesto appare difficile perché, anche se poco è cambiato, forse i borghesi, non tutti ma parecchi, hanno cominciato ad affacciarsi alla finestra, a scegliere mogli e amanti differenti dagli amici di famiglia o dai compagni di scuola. Quella che non è cambiata è l’aspirazione, deleteria, di una classe sociale sempre spinta al miglioramento, all’adeguamento, all’allargamento. La casa più grande, il secondo bagno, la fidanzata più bella, il marito più ricco, una serie di obiettivi riferibili alla materia accomunati da un metodo di ricerca unico: che sia ad ogni costo.

Raggiungere obiettivi materiali nella completa indifferenza. Forse rassegnazione, forse completa apatia che però nel film di Seràgnoli sembrano venire meno nei personaggi chiave, i due fratelli Michele e Carla, superati per importanza in questa versione dalla madre Mariagrazia (Valeria Bruni Tedeschi) e dal suo uomo Leo (Edoardo Pesce). In una sorta di Giardino dei Ciliegi i due fratelli sono spettatori del conflitto in corso tra la madre, che è sul punto del fallimento, e il Lopachin di turno, colui che con i suoi interessati aiuti si è garantito proprietà e proprietaria. Carla (Beatri Grannò) e Michele (Vincenzo Crea) non sono indifferenti; sembrano giovani sensibili e attenti, molto diversi da quelli degli anni 20, ovviamente ancora scevri da ogni rivoluzione giovanile. E dunque anche il finale moderno è differente e lascia sfuggire il senso originale della storia.

20/11/2020, 15:30

Stefano Amadio