Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Vera de Verdad"


Note di regia di
"Vera de Verdad” è un film che ha molte anime e molti volti. La storia qui raccontata ha connotati meticci perché il fantasy si fonde con la fantascienza abbracciando il dramma e il genere romantic. Tuttavia lo stile cinematografico è iperrealistico, lucido, talvolta documentario. Da questo contrasto nasce quell’idiosincrasia feconda che è il realismo magico, un linguaggio che potenzia il messaggio del nostro film. Perché “Vera de Verdad” racconta qualcosa al limite del reale esplorando ciò che non è visibile ma ugualmente tangibile e forte come la paura, l’amore, il dolore, il senso dell’infinito. Perché noi vediamo e sentiamo con gli occhi di Vera, una ragazzina speciale che per affrontare il primo lutto della sua vita, la morte dell’amato cane, si confronta con l’ignoto desiderando di scoprire cosa c’è oltre la barriera del visibile e del corporeo. Attraverso quella ragazzina, che sta per affrontare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza ancora avvolta in un mondo magico ed empatico con la natura, lo spettatore è chiamato a vivere un’esperienza più mistica che misterica. Vera desidera così intensamente che riesce a vivere il suo desiderio di infinito e di fusione con il creato compiendo quindi un “viaggio” nello spazio intergalattico per poi ritornare nel nostro pianeta, la Terra. Questo viaggio avviene solo a patto di una disgregazione corporea, a livello subatomico, come se la ragazzina si fosse dissolta nella natura, anche quella più remota, oscura, siderale. Nel film lo spazio e i paesaggi sono ritratti come dei personaggi per svelare i loro più intimi dettagli ed esprimere i loro stati d’animo . Non solo come corollario dei nostri protagonisti ma come esseri dotati di anima. L’Italia e il Cile quindi sono fotografati nella loro specificità di luce e colori. Da una parte la Liguria con il suo mare blu profondo, la roccia e la montagna che delinea la costa. Dall’altro il deserto di Atacama con i suoi cieli infiniti e la sua spettacolare terra ocra e salina in cui la linea di confine tra Terra e spazio infinito diventa il principio astratto del rapporto tra l’umano e il divino. “Vera de Verdad” esplora il rapporto tra vita e morte, paura e accettazione, solitudine e unione con il Tutto. Vera non solo è un personaggio, con la sua parabola narrativa, è anche il paradosso che porta gli altri protagonisti, in primis Elias e Claudio, a confrontarsi con la paura sia di vivere che di morire. Capiranno che i loro conflitti potranno essere risolti solo a patto di essere se stessi sino in fondo. Sconfiggeranno la loro solitudine scoprendo che sono realmente connessi gli uni agli altri. Lo capiranno attraverso l’esperienza del proprio corpo e del corpo di Vera, non solo a livello teorico o mistico. Avranno la prova che siamo tutti esseri di luce e che nella luce ritorneremo. Ma questo percorso esistenziale è narrato attraverso le azioni quotidiane e le interazioni tra i personaggi, con le loro difficoltà, le loro frustrazioni e le loro fragilità. I nostri personaggi si salvano capendo che la via per la felicità e la pienezza la si percorre solo scegliendo di amare.Non solo come corollario dei nostri protagonisti ma come esseri dotati di anima. L’Italia e il Cile quindi sono fotografati nella loro specificità di luce e colori. Da una parte la Liguria con il suo mare blu profondo, la roccia e la montagna che delinea la costa. Dall’altro il deserto di Atacama con i suoi cieli infiniti e la sua spettacolare terra ocra e salina in cui la linea di confine tra Terra e spazio infinito diventa il principio astratto del rapporto tra l’umano e il divino. “Vera de Verdad” esplora il rapporto tra vita e morte, paura e accettazione, solitudine e unione con il Tutto. Vera non solo è un personaggio, con la sua parabola narrativa, è anche il paradosso che porta gli altri protagonisti, in primis Elias e Claudio, a confrontarsi con la paura sia di vivere che di morire. Capiranno che i loro conflitti potranno essere risolti solo a patto di essere se stessi sino in fondo. Sconfiggeranno la loro solitudine scoprendo che sono realmente connessi gli uni agli altri. Lo capiranno attraverso l’esperienza del proprio corpo e del corpo di Vera, non solo a livello teorico o mistico. Avranno la prova che siamo tutti esseri di luce e che nella luce ritorneremo. Ma questo percorso esistenziale è narrato attraverso le azioni quotidiane e le interazioni tra i personaggi, con le loro difficoltà, le loro frustrazioni e le loro fragilità. I nostri personaggi si salvano capendo che la via per la felicità e la pienezza la si percorre solo scegliendo di amare.

Beniamino Catena

11/11/2020, 16:43