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FIGARI FILM FEST 10 - Intervista a Francesca Cavallin


L'attrice è presente a Olbia in qualità di giurata della sezione Scarpette Rosse


FIGARI FILM FEST 10 - Intervista a Francesca Cavallin
Francesca Cavallin al Figari Film Fest 2020
Ospite del Figari Film Festival numero 10 in qualità di giurata della sezione Scarpette Rosse, dedicata ai corti a tematica femminile, anche l'attrice Francesca Cavallin.

Come stai vivendo questa esperienza sarda?

Non ho mai pensato a questa giuria in termini di "quote rosa", o di parità di genere: c'è la volontà di indagare la specificità femminile e c'è molta sintonia tra noi giurate sull'idea di ragionare sulla "visione delle donne".
Non per denunciare la disparità rispetto agli uomini, ma per riaffermare la nostra unicità, il nostro modo diverso di guardare la realtà: in questo mi sento molto a mio agio, e sono molto felice di poter vedere lavori internazionali, per capire i perché delle differenze nelle varie scelte, a livello di storie ma anche a livello tecnico.

Uno dei rari ruoli di primo piano per una donna, nel cinema italiano più recente, è stato affidato a te lo scorso anno in "The Nest - Il Nido".

Mi sono resa conto subito di quanto quel copione e quel ruolo fossero un regalo prezioso, per di più in un film di genere e per una donna con più di 40 anni!
L'eccezionalità di questo film è stata per me un'opportunità interessante, ed è curioso che sia capitato grazie a un giovane regista al suo esordio: erano anni che volevo lavorare ad un'opera prima, mi piace essere guardata da lenti nuove e scevre da sovrastrutture, da pregiudizi su chi ha lavorato in tv, in teatro. E devo dire che Roberto De Feo non aveva nessun pregiudizio!
Quel ruolo è sicuramente il più bello che mi sia capitato in carriera, perché va in profondità nella psiche, è stato molto difficile da affrontare ma anche un bellissimo e sfidante viaggio.
Non volevo mai che le scene finissero sul set... Quello di Elena è un personaggio che fa paura ma anche e soprattutto che "ha" paura, trovo che sia l'aspetto di lei più interessante. Volevo essere odiosa (e ci sono riuscita, a giudicare dai rimproveri che ho subito per strada da persone che confondevano l'attrice e il personaggio...), l'impotenza che lei ha in quella situazione è simile a quella che ho provato nei momenti peggiori del lockdown.

Le differenze di trattamento e di rilevanza tra uomini e donne nel cinema sono ancora importanti.

Verissimo, ci sono ancora disparità di genere nel nostro lavoro: per questo durante il lockdown abbiamo fatto nascere un'associazione, Unita, che oggi conta circa 400 attori iscritti.
Non siamo rappresentati come categoria, manca una realtà che possa difenderci e aiutarci: soprattutto a noi donne, per cui la carriera è inversamente proporzionale all'età, e se si pensa che già normalmente i ruoli femminili sono solo il 30% del totale... non parliamo poi delle differenze dei compensi!

Cosa pensi della scelta della Berlinale di eliminare le divisioni di genere nei premi alle interpretazioni?

Ammetto che non ho fatto una riflessione strutturata sull'argomento. Io per concezione mi definisco "femminilista": sono molto grata ai movimenti femministi degli anni '60 e '70, alle loro lotte, in quel tempo era necessario. Ma oggi la situazione è cambiata: c'è una maggiore confusione sui ruoli, è una fase di passaggio che coinvolge anche gli uomini. Sono "femminilista" perché vorrei che le donne capissero che la nostra forza è proprio "essere donne", non cercare di copiare gli atteggiamenti maschili.
Non ho mai trovato quindi offensiva la differenza nei premi tra attori e attrici, anzi mi sembrerebbe giusto conservare le speficità di genere, magari creando un terzo premio, in cui eliminare le categorie uomo/donna...

Come hai vissuto la quarantena? Quella vera, dopo quella scenica di "The Nest"...

Con gli amici e i colleghi durante la quarantena abbiamo molto scherzato sulle "profetiche" idee di De Feo e del film, sulle regole rigide di quella casa e su come applicarne di simili nel nostro privato lockdown...
Ammetto però che non mi ha aiutato ad affrontare l'isolamento: quello che mi ha aiutato davvero è stato cercare e trovare il buono nelle cose, sempre. Mi hanno salvato i miei figli e la mia passione per la storia dell'arte (l'attrice ha realizzato una serie di video-lezioni d'arte su Instagram nella quarantena, NdI).

In futuro cosa ti aspetta?

Sono fermamente intenzionata a far sì che il mio "Piano B" diventi il mio "Piano A": la divulgazione dell'arte, sotto qualsiasi forma, soprattutto attraverso nuovi media.
Lo trovo importante anche per darmi la leggerezza nei confronti del lavoro attoriale, che amo molto, e permettermi di scegliere con maggior calma e consapevolezza i ruoli giusti.
Alla mia età è essenziale poter accogliere al meglio quello che arriva, avere maggiore libertà di scelta: il lavoro dell'attore è molto complesso, presenta anche asperità e aspetti crudeli.
L'esperienza di "The Nest" mi ha molto cambiato anche in questo senso, mi ha resa più consapevole di ciò che voglio.

16/09/2020, 17:26

Carlo Griseri