Una campagna bruciata dal freddo; una cittadina che sembra deserta; un chiosco di fiori nel piazzale davanti al cimitero. I nostri protagonisti abitano in una vecchia casa divisa in due micro appartamenti. In uno ci vivono Vincenzo e sua moglie Ma j a. La lo ro casa sembra una bomboniera per come è pulita e perfettamente in ordine. Nell’altro, invece, ci abitano Sabino (fratello di Vincenzo) sua moglie Angela e il loro bambino Marco. La loro casa invece è tanto disordinata, tanto da sembrare un campo di battag lia. E forse lo è. I componenti di questa famiglia sono eroi invisibili del mondo che ci circonda, involontari protagonisti di un incubo tutto meridionale. Ad un certo punto si trovano sul punto di perdere tutto: lavoro, terra, casa, credibilità, affetti, figli, stima, autostima... Ma queste situazioni apparentemente disperate, riescono ad affrontarle sempre con leggerezza. Abbiamo provato a fare un film dai toni prepotentemente realistici, senza scadere nella quotidianità. I nostri personaggi sono sempre in bilico fra realismo e paradosso, perché l’intento era descrivere un certo mondo che ci circonda, dandone un quadro fortemente evocativo e metaforico. “Non ti rassegnare, mai ti devi rassegnare”. È questo l’adagio che scandisce le loro giornate. Nonostan te le batoste, loro rimangono in piedi e non mollano mai. Di fronte alle difficoltà, rilanciano sempre a testa bassa, con l’ottusa tenacia dei disperati stretta tra i denti. Forse è per questo che alla fine, quando riescono a prendersi la loro rivincita su tutto, noi sentiamo di voler assomigliare un po’ a loro.
Leo Muscato