"Cobra non è" di Mauro Russo
Cobra e Sonny fanno coppia fissa: il primo è un giovane rapper già sul viale del tramonto, il secondo il suo manager sopra le righe che riesce a malapena a procuragli una serata. Vivono di notte, in una non ben precisata periferia, tra degrado, criminali e personaggi inquietanti. Quando Sonny chiede un prestito al fantomatico “Americano” per poter produrre il nuovo disco di Cobra le cose precipitano e quella che doveva essere la loro occasione per tornare sulla cresta dell’onda si tramuterà in un “pasticcio” criminale, tra boss russi, una banda di “pericolosi” vegani, eccentrici clown e una misteriosa valigetta.
Il film non segue un ordine cronologico ed è diviso in diversi episodi attraverso i quali conosciamo gradualmente i protagonisti di questa bizzarra storia. Tutti cercano di impossessarsi della valigetta dall’ignoto contenuto, scatenando inconsapevolmente una serie di sfortunati e sanguinosi eventi.
Un crime ironico e citazionistico che rimanda al poliziottesco italiano anni ’70 e ’80 e al cinema di
Quentin Tarantino, fonte di ispirazione per tanti giovani registi: l’“Americano” che tortura un uomo legato a una sedia è un chiaro omaggio a “Le Iene”, come la valigetta origine delle disavventure di Cobra e Sonny un rimando a “Pulp Fiction” e i cattivi dal linguaggio forbito e la sparatoria facile a diversi film del regista americano. Non a caso
Mauro Russo si è avvalso della consulenza artistica del regista
Ruggero Deodato (“Cannibal Holocaust”) che ha anche realizzato una scena di tortura presente nella versione integrale del film.
Un esordio interessante per il regista salentino che nel finale ci regala una sequenza animata molto splatter in puro stile pulp (Kill Bill?). Sicuramente i cultori del genere apprezzeranno.
Il film vede anche la partecipazione straordinaria di
Elisa, Max Pezzali, Clementino e Tonino Carotone.
29/04/2020, 08:00
Caterina Sabato