Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Ultras"


Note di regia di
ULTRAS è nato anni fa, mentre scrivevo il soggetto per il video di Frosinone di Calcutta, poi mai realizzato. Già in quella bozza c’era il Mohicano, ex capo ultras del Latina, tenuto lontano dallo stadio da un Daspo ricevuto a causa degli scontri con gli ultras del Frosinone. Lo stadio Francioni è diventato il San Paolo, Er Mohicano è diventato ‘O Mohicano, Latina è diventata Napoli. Di quel soggetto è rimasta l’idea di raccontare una storia d’amore tra un uomo e la sua squadra del cuore, nel contesto di un mondo violento. A questo si è aggiunta una storia volutamente classica, scritta insieme a Peppe Fiore, in cui Il Mohicano diventa un eroe che prova a sfuggire a un destino già scritto, un racconto quasi epico in contrasto con lo stile di ripresa del film. Per me tutti gli aspetti del film ballano su questo equilibrio tra classicismo e realismo. Se da un lato la storia ha una struttura classica, dall’altro i dialoghi sono spesso improvvisati e la recitazione è naturalistica. I personaggi hanno dei ruoli ben definiti e funzionali alla storia, ma sono poi spesso interpretati da attori non professionisti. I casting sono durati più di sei mesi. L’idea era quella di lasciare spazio a tutti i personaggi, anche quelli minori, e dare un’identità e una verità a tutti. Abbiamo incontrato attori professionisti, giovani emergenti e attori non professionisti. Il risultato finale è un mix di tutti questi elementi. Stesso discorso vale per la messa in scena (fotografia-scenografia-costumi) in cui gli elementi estetizzanti hanno come fine ultimo quello di restituire la verità. Con Gianluca Palma - il DOP - c’è ormai un lavoro simbiotico. Insieme abbiamo costruito la nostra estetica in tanti anni di sperimentazione con i videoclip e questo film ne è il risultato. Noi lo chiamiamo ironicamente pop-povero proprio perché mischiamo elementi pop a uno stile sporco, povero. Per quanto riguarda la regia, ho scelto un approccio il più possibile libero, cercando di trovare il modo migliore per girare ogni singola scena, piuttosto che legarmi a una coerenza forzata. Per questo motivo il film è girato con molteplici tecniche: macchina a mano, zoom e cavalletto, zoom e carrello, crane e macchina a mano, ronin e zoom... Volevo che la sensazione finale fosse quella di una regia presente ma mai virtuosa e sempre funzionale al racconto. Con Marcella Mosca - scenografa e collaboratrice da sempre - abbiamo cercato di costruire un immaginario nuovo sia con le location che con gli arredamenti. La Napoli di ULTRAS non è quella di Gomorra, non è quella dell’Amica Geniale e non è neanche quella di LIBERATO. È una Napoli lontana dal centro storico e dai vicoli con i panni stesi, lontana dal degrado della periferia, che si concentra nell’area flegrea, tra vulcani inesplosi e le rovine greche e romane dove il mito e la leggenda convivono con la quotidianità. Anche sulla colonna sonora di LIBERATO c’è stato un grande lavoro. Aveva già attinto alla tematica ultras e quando ho scritto un film su Napoli era inevitabile che le musiche fossero sue. È stato bravo a spaziare tra i generi e a mettersi al servizio della storia.

Francesco Lettieri