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Note di regia di "Pezzi unici"


Note di regia di
Perché la serie Pezzi Unici

Una mia necessità, essendo nata a Firenze, di accendere i riflettori sugli innumerevoli artigiani nella città del Rinascimento che esercitano ancora con le mani e con il cuore questo mestiere d’arte nelle loro botteghe! Un mondo che rischia piano piano di scomparire in tutta Italia. Ricordo ancora gli odori, che sapevano di resine naturali, di cera d’api, di cuoio quando attraversavo il centro di Firenze per andare a scuola e mi soffermavo nei vicoli ad osservare gli artigiani che spesso lavoravano sulla strada. Ogni giorno passavo davanti ad una cantina e dall’alto vedevo un uomo con un grembiule di pelle marrone, capelli e barba lunghi, che intagliava e intrecciava strisce di pelle per cinture e braccialetti. Mi fermavo ad osservarlo e ho iniziato anche a parlarci. Dopo 40 anni casualmente ci siamo rincontrati. In questi anni con i suoi lavori, fatti di cuoio, è riuscito a costruire un impero, senza mai cedere alla tentazione della delocalizzazione, con decine e decine di negozi in giro per il mondo specialmente in Giappone dove è famoso come una star. Come lui ce ne sono ancora molti in Italia, che con la loro capacità creativa sono diventati delle eccellenze nei lori mestieri d’arte. Ci tenevo a dar luce a questo mondo che per secoli si è tramandato di padre in figlio. Volevo attirare l’attenzione su una realtà che è sotto la minaccia di scomparire. E non per ultimo volevo presentare ad un pubblico più giovane che c’è un’alternativa, sotto certi aspetti più valida e più soddisfacente, a certi lavori frustranti e ripetitivi, ma soprattutto che il lavoro c’è. Con Ralph Palka, mio partner e socio della nostra società Cassiopea Film Production, con un piccolo contributo della Camera di Commercio ho realizzato nel 2013 un cortometraggio dal titolo “Firenze. Capitale dell’arte e dell’artigianato” (visibile su YouTube) sul lavoro creativo degli artigiani. A fine 2013 abbiamo mostrato al Direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta il cortometraggio e un primo soggetto scritto insieme a Fabrizio Lucherini. Un soggetto, che già aveva come tematica la collisione tra il mondo degli artigiani e quello dei giovani. L’idea è piaciuta per l’originalità e perché parlava delle radici della nostra tradizione. Applicare le leggi drammaturgiche di grande appeal ad una serie di sei serate da 100’ per Rai1 con una tematica così particolare non è stato facile. È stato necessario formare una squadra di sceneggiatori che avesse l’esperienza personale per raccontare questa storia. Nel 2015 entra Donatella Diamanti e in un secondo momento si è aggiunta Isabella Aguilar. Un periodo di gestazione e scrittura che è durato dal 2014 al 2018 con la supervisione del capostruttura di Rai Fiction Francesco Nardella e degli editor Daria Hensemberger e Filippo Rizzello. La difficoltà è stata confrontarsi con un format diverso, con più generi, tra cui il giallo, ambientato nel mondo del lavoro e del sociale. Per conoscere i mestieri degli artigiani e per far conoscere meglio il mondo che volevo raccontare, siamo tutti andati a Firenze per toccare da vicino la vita nelle botteghe e il carattere e la psicologia degli artigiani. In seguito, con la costumista, gli arredatori e l’aiuto regista abbiamo trascorso del tempo con i ragazzi e gli educatori in una casa famiglia per conoscerne le dinamiche e la loro vita quotidiana. Il progetto è stato ideato e sviluppato con Rai Fiction e la nostra società Cassiopea Film Production, come già nel passato la serie “Terra Ribelle” (nel 2010). Per la fase produttiva Ralph ed io abbiamo voluto affidarci a dei produttori che avessero una sensibilità creativa per questo progetto e che volessero costruire con noi una partnership. Tutto questo lo abbiamo trovato con Indiana Production di Fabrizio Donvito, Benedetto Habib e Marco Cohen, che hanno creduto nel progetto e mi hanno accompagnato insieme a Rai Fiction in questa impresa molto personale e anche tanto laboriosa. Wanny Di Filippo è stato sin dall’inizio la mia musa per questa storia. Come lui ce ne sono ancora molti in Italia, che con la loro capacità creativa sono diventati delle eccellenze nei loro mestieri d’arte.

Cinzia TH Torrini