Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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VENEZIA 76 - "Tony Driver", andate e ritorni


L'opera prima di Ascanio Petrini è l'unico film italiano nel programma ufficiale della Settimana della Critica a Venezia 76.


VENEZIA 76 -
Tony Driver
Spiazza e conquista fin dalla sua prima scena il bizzarro e originale esordio di Ascanio Petrini, "Tony Driver". Un documentario messo in scena, un personaggio - Pasquale Donatone, o come preferisce farsi chiamare 'Tony the Driver' - che è vero ma anche splendidamente 'scritto', specchio di una umanità ai margini ma anche protagonista - in modo a tratti crudelmente divertente - di una storia originalissima.

Pasquale ha solo 9 anni nel 1971 quando la sua famiglia si trasferisce negli Stati Uniti. Lì resterà a vivere per oltre 40 anni, sposandosi e costruendo una famiglia, fortemente fedele ai valori di quella terra ma conducendo una vita oltre i limiti della legge, specializzato nel trasporto illegale di immigrati clandestini da una parte all'altra del confine con il Messico.

Proprio la ricostruzione di quell'attività, e dello sfortunato momento in cui tutto è finito (con un arresto e la successiva deportazione in Italia), dà il via con ritmo e originalità alla storia narrata: Tony è in Italia, bloccato nella sua Polignano a Mare, ma nella mente e nei gesti è ancora bloccato là, a Yuma; il suo corpo ripete il tragico episodio che ha messo fine ai suoi sogni, nella speranza che a furia di rifarlo, qualcosa magicamente possa sistemarsi...

Dieci anni di lontananza dagli USA sono la sua condanna, ma dopo solo cinque - nonostante gli aiuti e la nuova, pur precaria, vita ricostruita in Puglia - Tony scalpita e vuole tornare, mettendo a rischio tutto. Giunto in Messico a pochi metri dal suo sogno, dovrà trovare la forza per l'ultimo passo.

Una storia incredibile con un protagonista insolito, a cui ci si affeziona nonostante le continue scelte sbagliate che mette in pratica. Tra "Un americano a Roma" in salsa pugliese e il cinema del reale dedicato agli ultimi; tra Woody Guthrie ("Questa terra è la mia terra...") e "Basta così", canzone di Pier Giorgio Farina (colonna sonora dell'omonimo spaghetti western), che chiude il film: "Tony Driver" vive di speranza, ed è bello perdersi per qualche minuto in quello sgangherato sogno.

03/09/2019, 14:13

Carlo Griseri