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IL MONDO IN UNA STANZA - Cinema e poesia


Luciano Martinengo dirige un documentario sulla poetessa torinese Piera Oppezzo


IL MONDO IN UNA STANZA - Cinema e poesia
Il regista Luciano Martinengo con Il mondo in una stanza si avventura alla scoperta della personalità della poetessa torinese Piera Oppezzo, mirando in questo modo a conoscere il processo creativo dal quale le sue opere prendevano vita. È stata una figura di fondamentale importanza per la letteratura del nostro paese.

Infatti, come possiamo apprendere guardando questo documentario, la sua scrittura rappresenta per molti versi un unicum nella poesia italiana contemporanea. il regista cerca di raggiungere il suo obbiettivo ripercorrendo i vari momenti più significativi della vita di Oppezzo.

Le sue umili origini, i vari lavori svolti, le attività politiche. A far luce sul passato e l’indole della scrittrice vengono in aiuto colleghi di lavoro, amici, vecchi amori e altri poeti. Tutti loro hanno avuto la fortuna di poter guardare alla poetessa torinese sotto una luce differente. Tuttavia non è facile mettere insieme i pezzi ed ottenere un profilo del suo carattere lineare e comprensibile ad occhi esterni.

L’unica certezza che affiora dai racconti delle persone intervistate è il profondo legame di Oppezzo con la scrittura, mezzo espressivo attraverso cui esternava ciò che affliggeva le profondità del suo spirito. E così, per permettere al pubblico di connettersi con esso, Il mondo in una stanza affida ai suoi protagonisti la lettura di alcuni dei passi più rilevanti della poesia della scrittrice.

Alla fine di questo documentario il velo di mistero che avvolge Piera Oppezzo non viene del tutto sollevato. un mondo interiore il suo che sembra impenetrabile per chiunque. Persino le persone che lo sono state più vicine ed intime non sono in grado di comprendere fino in fondo la sua personalità. Ne emerge così la figura di una donna dalla natura enigmatica, complessa, ricca di sfumature. Una donna che viveva di poesia e che grazie alla poesia soltanto riusciva a trovare ristoro per la sua anima. Una stanza in cui isolarsi e parole da mettere su carta erano tutto ciò di cui aveva bisogno, tutto il resto ricopriva un ruolo secondario.

14/03/2019, 08:01

Gabriele Nunziati