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TFF36 - Marcello Fonte e una pioggia di applausi


Incontro con l'attore di Dogman e protagonista del doc "Sembravano Applausi" diretto da Maria Tilli.


TFF36 - Marcello Fonte e una pioggia di applausi
Marcello Fonte e Maria Tilli al Torino Film Festival
"Sembravano Applausi", il documentario di Maria Tilli su Marcello Fonte, Palma d’Oro a Cannes per la sua interpretazione in "Dogman", è al Torino Film Festival. Protagonista e regista si sono mossi insieme per oltre un anno realizzando un diario di vita che mostra due facce dell’attore: prima e dopo il film di Garrone. Due facce diverse ma non troppo.

“La mia più grande paura” dice Marcello Fonte “è quella di aver sprecato la mia vita senza aver fatto quello che volevo. Adesso io porto avanti i miei sogni… Quando sono stato ad Hollywood sono stato a vedere le case delle grandi star che però non mi hanno colpito più di tanto. C’era tanta ricchezza in giro ma io la Ferrari ce l'ho dentro".

Il documentario trae molto dal backstage di "Dogman" in cui si assiste anche al modo di lavorare di Matteo Garrone ma che mette a fuoco la figura del protagonista. Poi tante scene nello stanzetta in cui ha vissuto a Roma, all’interno del Cinema Palazzo e nella baracca in Calabria dove ancora vive la madre con il nuovo compagno e le ormai famose "quattro galline". Poi la Croisette, la Palma e il ringraziamento a tutti con il discorso che ha ispirato il titolo del documentario.

“Non ho ancora visto il documentario ma credo che ci voglia una certa sensibilità perché non basta accendere la video camera e sparargliela addosso a una persona, ci vuole sensibilità a capire la distanza giusta” ha detto Marcello Fonte.

Maria Tilli, come hai trovato la distanza giusta per raccontare Marcello Fonte?

“L’idea del documentario è nata perché conosco Matteo (Garrone), lo conoscevo da prima di "Dogman", da quando tre anni fa sono venuta al Torino Film Festival con un altro documentario. Poi ci siamo conosciuti con Marcello e in realtà l’ho seguito e basta senza fare troppe domande o troppe cose… poi è successo quello che è successo a Cannes”.

Gran parte del documentario arriva dal backstage girato sul set di "Dogman" com’è stato quel periodo di riprese?

“Il posto dove abbiamo girato è un microcosmo incredibile, un mondo sospeso e il limitre tra il vero e il verosimile era sottilissimo e quindi se arrestavano Marcello nel film la gente si voltava e cominciava a girare la voce ‘hanno arrestato uno…!’. Quando è morto Simoncino (il pugile cattivo interpretato da Edoardo Pesce) c’è stata una specie di festa, incredibile. Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerci in questo periodo… e poi l’ho seguito nella sua vita, al Cinema Palazzo come nel viaggio a casa della madre…”

Un documentario ironico e interessante su un personaggio che sicuramente merita la fortuna che gli è piovuta addosso con un film e un'interpretazione che rimarranno nel tempo.

01/12/2018, 10:56

Stefano Amadio