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100 ANNI DI PACE - Scenografia di Paola Bizzarri


100 ANNI DI PACE - Scenografia di Paola Bizzarri
Verrà inaugurata a inizio novembre al Centro Studi Sereno Regis di Torino la mostra "100 anni di pace: la sua costruzione, dal Novecento a oggi", una esposizione transmediale di storie di nonviolenza da scoprire, dedicata a Nanni Salio.

Una storia a tratti silenziosa quella che sarà raccontata, fatta di piccoli, ma enormi passi, tra i più noti e spesso bellici eventi mondiali e che si snoda lungo tre percorsi tematici, raccolti intorno alla grande cupola geodetica costruita dalla scenografa Paola Bizzarri.

“Era importante nel pensare all'allestimento – dichiara la scenografa Paola Bizzarri, collaboratrice tra gli altri di Silvio Soldini, Nanni Moretti e David di Donatello nel 2011 – che la forma visiva fosse coerente rispetto ai contenuti: per questo motivo la struttura è costituita di materiali naturali e ruota intorno a una cupola geodetica di bambù, a simboleggiare una struttura molecolare che può riprodursi all'infnito. La cupola geodetica è una struttura perfetta che nasce in natura, è una costruzione antisismica che più è grande più è solida, come la partecipazione è la forza di ogni movimento non violento”.

Dopo 500 anni di sfruttamento, nel corso del Novecento il continente africano e quello asiatico tentarono di liberarsi dal colonialismo occidentale, che a tratti aveva assunto caratteri di vera e propria predazione. Un percorso che non è ancora finito: oggi, al giogo militare e politico si è spesso sostituito lo sfruttamento economico. In Asia Gandhi riuscì a guidare il popolo indiano nella liberazione dall'oppressione brittanica. Più a nord, in Pakistan, brillo la luce nonviolenta di Abdul Gafar Khan. In Africa, ispirati dall'azione di Gandhi, Patrice Lumumba, John Luthuli, Kwame Nkrumah, Kenneth Kaunda guidarono l'opposizione al potere bianco. La stessa Europa, con i movimenti giovanili, ma anche con le obiezioni di coscienza, contribuì a porre fne a quel secolare abuso. La lotta contro il colonialismo nelle Americhe e in Australia assunse toni, se possibile, ancora più drammatici. In quei contesti, il colonialismo europeo aveva sterminato quasi totalmente le popolazioni indigene: a inizio Novecento non rimanevano che poche migliaia di nativi a rivendicare una ormai impossibile indipendenza.

La mostra transmediale 100 anni di pace è realizzata grazie al sostegno di Fondazione CRT e con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese; gode del patrocinio della Città di Torino e della media partnership di RSI – Radiotelevisione svizzera ed eHabitat.

29/10/2018, 15:23