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CINEMA ITALIANO - Premi ai festival di Londra, Chicago e Haifa


Roberto Minervini premiato idal London Film Festival per il Miglior documentario con "What You Gonna Do When The World’s On Fire?" Alice Rohrwacher si afferma al Chicago Film Festival con "Lazzaro Felice". Successo per Laura Bispuri ad Haifa. Un anno d’oro per il nuovo cinema italiano.


CINEMA ITALIANO - Premi ai festival di Londra, Chicago e Haifa
What You Gonna Do When the World's on Fire?
Arriva un altro premio per il nuovo cinema italiano. Nuovo non solo per età, ma anche per forma e spesso per contenuti. Dopo i 4 premi di Cannes - Migliore Sceneggiatura per Alice Rohrwacher, e Marcello Fonte come Migliore Attore, il Label Europa Cinémas della Quinzaine per Troppa grazia di Gianni Zanasi e il Prix Oeil d'or a La strada dei Samouni di Stefano Savona come miglior documentario del Festival – e dopo che Fiore Gemello di Laura Luchetti è tornato dal festival di Toronto con uno dei rarissimi riconoscimenti, la Menzione d’Onore del Fipresci (Federazione internazionale della stampa cinematografica) come nuovo talento, a meno di un mese "What You Gonna Do When The World’s On Fire?" di Roberto Minervini, presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, ha vinto il Grierson Award al London Film festival come Migliore Documentario. Considerando questo festival come un altro evento avaro di riconoscimenti, appena 4 premi per 225 titoli, è evidente l’eccezionalità del cinema italiano in un contesto internazionale.

E non ci si dovrebbe fermare qui, considerando che appena Venerdì "Lazzaro Felice" è tornato dal Festival di Chicago con il Gold Hugo per il Miglior Film del Concorso Internazionale, e a settembre il Festival di Haifa in Israele ha premiato "Figlia Mia" di Laura Bispuri con il Golden Anchor.

Non è solo la variegata lista di riconoscimenti sparsi per l’atlante del cinema globale, alcune bandierine tricolori su un mappamondo. Si tratta di premi principali assegnati da alcuni dei grandi appuntamenti cinematografici internazionali, dati con tutta evidenza a un giovane cinema italiano (in alcuni casi anagraficamente molto giovane), di ricerca nel senso più forte, ossia di emozioni per gli spettatori nate dall’esplosione di un incontro tra dato di realtà (basti pensare che due di questi film sono documentari) e personalità dello sguardo, dell’autore.

Un nuovo cinema che in questo 2018 sta confermando la sua speciale forza narrativa e la bellezza delle soluzioni sceniche, la scoperta non solo di nuovi interpreti ma di nuovi modi di raccontare i personaggi, la capacità di leggere lucidamente il nostro mondo trasfigurandolo. Un cinema di forte personalità, che non convince solo le giurie di esperti e appassionati di cinema d’autore dei festival, ma – e questo va considerato – il grande pubblico di quei festival.

21/10/2018, 13:34