Fondazione Fare Cinema
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Note di regia di "Malerba"


Note di regia di
La parola diversità è diventata parte del nostro vissuto quotidiano, dall’omosessualità al colore della pelle. Ma questa parola abbraccia tantissime piccole sfumature e la nostra storia parla proprio di questi lampi di luce. La sceneggiatura, scritta da un italiano residente in Austria, mi è stata presentata dalla produzione agli inizi di settembre. Dopo averla divorata subito nella lettura, ho accettato l’idea di frmare la regia, realizzando così la mia opera prima perché il tema della diversità è affrontato da un’altra prospettiva. Dopo Nkiruka - il meglio deve ancora venire, il mio ultimo cortometraggio, in cui avevo narrato la storia di una ragazza nigeriana nata in Italia, sentivo l’esigenza di approfondire l’analisi. Malerba, oltre ad avere una natura thriller con ambientazioni tetre e notturne (genere che prediligo insieme all’horror), tocca dei temi a me cari: il diverso, l’aspetto esteriore, il contatto umano. I due fratelli, Orazio e Gabriele, segnati da una malattia neurocutanea, che invade parte del viso e del corpo, reagiscono in modo completamente diverso, mostrando simbolicamente la complessità del vivere in società e del rapportarsi con gli altri. Ho deciso di accentuare, nella fgura inquietante e tenebrosa di Orazio, la presenza della malattia, che al contrario ha un impatto meno invasivo ma altrettanto sgradevole nel personaggio timido e fragile di Gabriele. Non volevo creare due mostri rischiando di banalizzare la complessità di queste due fgure. La diversità è un tema complesso, non si tratta solamente di colore della pelle, religione o cultura, che fanno parte della macrosfera, ma di quei fattori posti all’interno della sottile linea della microsfera, dove possiamo trovare persone che soffrono di malattie psicosomatiche dalla psoriasi fino ad arrivare alla paralisi di Bell. Inoltre la relazione e l’approccio con chi è diverso rispetto ad un canone estetico e fsico crea negli altri un atteggiamento innaturale, falsato, dove la nostra coscienza avrà sempre uno sguardo diverso nei loro confronti, anche se stiamo parlando di quella famosa linea sottile quasi impercettibile. Come reagiamo noi di fronte ad una persona diversa? Perché teniamo alcuni atteggiamenti rispetto ad altri? Volevo indagare le reazioni al diverso di una società chiusa, e quella paura che crea una cortina di ferro e diventa flo spinato. E volevo parlare dei confini invalicabili tra uomini e dei mostri, questa volta sì, che possono generare.

Simone Corallini