Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Guarda in Alto"


Note di regia di
Si tratta di un vero e proprio viaggio compiuto dal protagonista nella propria città, Roma. Dalla mattina presto fino alla notte fonda il protagonista, Teco, si sposta da tetto a tetto scoprendo che sopra gli edifici della città esiste una vera e propria comunità con i suoi abitanti e le sue regole. Mi interessa fare un film d’avventura, ma nel senso tradizionale del termine. Probabilmente questa esigenza viene dalle mie passioni letterarie dell’infanzia: Verne, Collodi, Omero, Pratt, Calvino, Hemingway... il tutto però aggiornato ai nostri tempi. Teco viaggia da un tetto all’ altro attraversando varie “tappe” proprio come succede nei road movie. Lui ha come motore una grande curiosità e la voglia di esplorare situazioni nuove. Il protagonista è un ragazzo comune e senza doti particolari che lavora in un forno come assistente. Non ama il suo lavoro e per questo decide di fuggire da lì e partire per questo viaggio. Ho cercato di immaginare una Roma trasfigurata, ma verosimile. Sui tetti convivono molti bizzarri personaggi che hanno come comune denominatore il fatto di voler fuggire dalla società, dal mondo di sotto. Sebbene ci siano molti elementi grotteschi e al limite del surreale, il registro usato è quello realistico. Questo contrasto serve a rendere più credibile e logico quello che succede. L’idea è di costruire un immaginario non lontano da quello che in città come New York o Berlino sarebbe “l’underground” ma traslandolo di sopra. Un luogo comunque altrettanto nascosto. Questa Roma parallela ha molti elementi in comune con la Roma originale ma è abitata da personaggi molto diversi tra loro che provengono da tutto il mondo. Una sorta di torre di Babele in cui tante culture si mischiano e si scambiano i modi di pensare. In questo film c’è molto spazio per la fantasia e l’immaginazione. Infatti Teco, come tutti i buoni esploratori, è un sognatore e non si accontenta mai. Vuole sempre andare oltre. Approfondire. Ci sono suggestioni che vengono da parti diverse. C’è un certo immaginario fumettistico, il cinema d’avventura, le vere storie degli esploratori ma anche uno sguardo sul mondo attuale in cui viviamo. Infatti i tetti si possono considerare una grande metafora del mondo ideale che ognuno di noi cerca, sogna o immagina per se stesso e per gli altri. Un mondo dove tutto può succedere e ogni cosa è in continua trasformazione. Gli spettatori, usciti dalla sala, dovrebbero avere l'istinto di guardare verso l'alto per controllare se, effettivamente, ci sia qualcosa lì sopra che prima non avevano notato.

Fulvio Risuleo