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LOCARNO 71 - Le prime due serate in piazza Grande


Tra "Grease", "Liberty" e "Les beaux Esprits" il festival elvetico inizia a programmare i suoi film


LOCARNO 71 - Le prime due serate in piazza Grande
Grease
Nel prologo del 31 luglio del Festival Internazionale del Film di Locarno ben 6500 spettatori hanno affollato Piazza Grande per vedere o rivedere Grease, il lungometraggio che 40 anni fa aveva divertito e fatto sognare milioni di spettatori in tutto il mondo con le vicende sentimentali di Danny (John Travolta) e Sandy (Olivia Newton).

Il Primo agosto, Festa Nazionale elvetica, si è inaugurata la 71. edizione del festival e il pubblico per le due proiezioni in cartellone è stato anche superiore. La prima serata sul magnifico set di uno dei più bei cinema all’aperto del mondo, (quello di Piazza Grande), può essere denominata dell’imbroglio e dei fuorilegge. L’imbroglio si riferisce al lungometraggio in prima mondiale Les beaux Esprits del regista francese Vianney Lebasque mentre i fuorilegge si riferisce a Liberty di Leo Mc Carey con le funamboliche avventure di due evasi Stanlio e Ollio campioni di buon umore e di risate.

Per sfuggire alla polizia si arrampicano in cima ad un grattacielo in costruzione dove per restare in equilibrio sulle sbarre d’acciaio balleranno la folle danza della forza di gravità. È stato scritto che questo loro exploit, molla comica del film “…contiene anche una delle più favolose sequenze di vertigine di tutta la storia del burlesque” (Jacques Lourcelles). La musica dal vivo eseguita da Zeno Gabaglio e Brian Quinn in collaborazione con Lac, Lugano Arte e Cultura, ha reso la chicca più suggestiva e divertente.

Per Les beaux Esprits del regista francese Vianney Lebasque, si pone subito la domanda sul significato del titolo che In italiano potrebbe suonare “Le belle menti” e in questo modo dare un significato in più al film. Qua però ci troviamo davanti ad una truffa organizzata da un allenatore di una squadra di pallacanestro per disabili al fine di partecipare ai Giochi Paralimpici di Sidney nel 2000. Alla vigilia dei giochi, Martin, l’allenatore della squadra francese di basket per disabili mentali, si ritrova nei guai. Diversi dei suoi giocatori lo hanno abbandonato. Niente squadra uguale niente partecipazione e per conseguenza non più sovvenzioni per la federazione di basket per disabili che ha creato.

Padre di una bimba disabile, Martin non vuole rinunciare e gli viene la malsana idea di rimpolpare la squadra con giocatori normali, una truffa per poter in futuro continuare a dare ai ragazzi con handicap mentale la possibilità di giocare. È convinto di farla franca, perché – dice lui – i giochi paralimpici non interessano al grande pubblico. Non sarà così, anche perché la sua squadra attirerà l’attenzione arrivando fino alla finale. Di ragazzi disabili in squadra ce ne sono solo due mentre tutti gli altri sono dei nullafacenti presi nei campetti cittadini, che accettano sì di fingere – vengono infatti pagati per questo – ma da subito manifestano problemi di coscienza. Dopo le prevedibili incomprensioni, i componenti della squadra si legheranno fortemente gli uni agli altri, i ragazzi normali e i ragazzi disabili creeranno un vero e proprio «Team Spirit» che è anche il titolo internazionale del film.

Un lungometraggio ben strutturato e che fa sorridere, ma non ridere in quanto anche se in questo caso il fine potrebbe giustificare i mezzi, il movente è comunque truffaldino. Eccellente nel ruolo di Martin l’allenatore, Jean-Pierre Daroussin che esprime con convinzione e lucidità gli stati d’animo di un uomo onesto costretto alla truffa.

02/08/2018, 11:40

Augusto Orsi