CHIAMAMI COL TUO NOME - Un Oscar alla sceneggiatura
Chiamami con il tuo nome (Call me by your Name) del regista palermitano Luca Guadagnino è stato osannato dalla stampa anglosassone e francese. Un critico francese in un’ articolo chilometrico ricolmo di sviolinature lo ha definito tra l’altro “..uno dei più grandi melodrammi della nostra epoca”! La stampa italiana invece è stata più cauta e obiettiva apprezzando il film per la trama e il valore estetico delle immagini, ma senza gridare al capolavoro. Personalmente lo trovo lirico, ben congegnato, ma manierato, intellettualistico e soprattutto estetizzante.
Siamo nell’estate del 1983 in Lombardia nella campagna cremasca torrida e sfolgorante di colori. Un quadro idillico per innestarvi una storia dalle caratteristiche particolari: l’amore travolgente di una sola stagione tra un adolescente e un giovane adone straniero. Qui in una grande villa trascorre l’estate una famiglia cosmopolita, quella dei Perlman il cui capo, un professore di archeologia negli Stati Uniti, è un personaggio alquanto insignificante. La madre di origine francese è solo una comparsa messa nel film a far numero. Si parlano più lingue, si fa musica, si ama il bello e il classicismo, si trascorrono le vacanze in distensione, ma anche in un clima di sottile noia. Il professore di origine ebraica ogni anno invita nella sua dimora un dottorando che lo aiuti nelle sue ricerche.
Quest’anno arriva il newyorkese Oliver (Armie Hammer) che oltre alla statuaria bellezza ellenica, stranamente parla l’italiano alla perfezione, ed è anche supponente. L’adolescente scontroso Elio (un eccellente Timothée Chalamet), il figlio di famiglia, che passa il tempo oziosamente tra l’amore di una sua coetanea, la lettura e la musica, inizialmente non lo considera. La sua presenza gli dà fastidio, lo vede unicamente come un essere sgradevole e noioso, poi di colpo se ne innamora con sensualità e ne è ricambiato. Dal colpo di fulmine di Elio, il film si interiorizza e tutto si focalizza sul rapporto omosessuale dei due.
La bravura registica di Guadagnino è notevole nel creare atmosfere proustiane, raffinati giochi erotici, passioni impalpabili e sdoganare come invenzioni proprie citazioni di altri film quali il giardino dei Finzi Contini, Morte a Venezia etc, e di altri registi quali Romher, Pasolini, Renoir, Visconti, Bertolucci. L’estate finisce e della memorabile amicizia amorosa non restano che i dolci ricordi, finché, come una docce fredda arriva una telefonata a Elio da Oliver che gli annuncia, come una cosa di ordinaria amministrazione, il suo prossimo matrimonio. Il grande sconforto di Elio, amante deluso, tornato alla vita reale, viene alleviato dalle affettuose parole del padre, finalmente meno stereotipato nei suoi atteggiamenti democratici e liberali che, sull’amore, quello omosessuale, gli dice espressioni sensate e consolatorie. Questo scorcio finale, al di fuori dai cliché estetizzanti e manierati, è una delle migliori parti del film.
Chiamami col tuo nome (Call Me by Your Name) è un film del 2017 diretto da Luca Guadagnino. La sceneggiatura è scritta da James Ivory ed è un adattamento cinematografico del romanzo omonimo di André Aciman. È il terzo e ultimo film della "trilogia del desiderio" di Guadagnino, dopo
Io sono l'amore e
A Bigger Splash. Le sue 4 candidature ai recenti Oscar si sono concretizzate nella sceneggiatura non originale del romanzo di Aciman vinta dall’anziano regista americano James Ivory.
05/03/2018, 11:09
Augusto Orsi