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Note di regia di "In Punta di Piedi"


Note di regia di
Una scena di "In Punta di Piedi"
Sin dalla prima lettura della sceneggiatura mi resi conto che “In punta di piedi” era una bellissima opportunità per raccontare una storia di speranza, ispirata a fatti reali, ambientati in disagiati territori dove la malavita sembra sopraffare quotidianamente il vivere civile. Territori che il cinema e la fiction spesso hanno raccontato evidenziando storie di degrado e disperazione. Un racconto tutto al femminile dove attraverso le vicissitudini di una bambina, figlia di un malavitoso, grazie alla passione per la danza classica, si riuscirà ad aprire un raggio di luce e di speranza laddove c’era solo il buio. Le figure di una insegnante, ex ballerina, e della madre della bambina sono le complici che, con una serie di atti di coraggio e di presa di coscienza, riescono a modificare le condizioni di una giovane vita e ad annientare la cieca violenza di un maschile primitivo opponendo sensibilità e amore Dostoewskij affermava che “la bellezza salverà il mondo”. È con questo stato d’animo che ho iniziato la mia avventura. Raccontare l’umanità, anche se in situazioni di degrado, con uno sguardo affettuoso e privo di pregiudizio come un punto di partenza per un approccio “diverso” alla materia.
Il contrasto tra le ambientazioni di disagio e l’eleganza espressa in una piccola scuola di danza classica di un quartiere dell’hinterland napoletano erano l’opportunità per esaltare il contrasto tra bellezza e orrore, tra amore e odio.
Ne è nata una grammatica visiva e cinematografica che ha consentito di rappresentare l’umano anche laddove l’umanità sembrava impossibile. Di colpo quei quartieri, quelle abitazioni, quei volti e quei comportamenti, hanno assunto una dimensione poetica e un modello di riferimento per un’ipotesi di salvazione.
È stato bello vedere come sia il cast tecnico che quello artistico abbiano sposato pienamente questo progetto. Un entusiasmo contagioso che ci ha esaltato nella realizzazione con la consapevolezza che non stavamo facendo solo fiction.
Un’esperienza indimenticabile che ha segnato il mio debutto nella regia televisiva: un appuntamento cui tenevo molto e a cui sono molto grato.

Alessandro D’Alatri