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PAOLO GENOVESE - Un premio e la passione per i Corti


A Pietrasanta ha ricevuto un riconoscimento anche per il suo impegno nel sostenere i cortometraggi. Il debutto con "Incantesimo Napoletano"


PAOLO GENOVESE - Un premio e la passione per i Corti
Paolo Genovese
Paolo Genovese ha ritirato un Premio a Pietrasanta, dove Cortinametraggio ha organizzato la prima tappa del suo viaggio per la diffusione del Festival ma soprattutto dei cortometraggi. Proprio per questo, uno dei primi corti del regista romano, è stato proposto al pubblico di Pietrasanta, aprendo una serata a lui dedicata. “Piccole cose di valore non quantificabile”, girato nel 1999, parla di sogni rubati e di violenza sulle donne.

“Purtroppo in questi quasi 20 anni è rimasto un tema attuale” dice Paolo Genovese “Ma quando inizi a fare un corto, non è che ti chiedi molto il motivo per cui la vuoi fare, senti di voler raccontare quella storia e non sai nemmeno se qualcuno la vedrà. Il fatto che il tema sia ancora così attuale è veramente preoccupante".

Quali sono i problemi maggiori a cui un corto va incontro?

"Il problema dei corti è che tu li giri ma non sai se poi troveranno un pubblico… e per questo ogni volta che c’è un festival di corti come Cortinametraggio io partecipo volentieri, perché è l’unico modo per dare un pubblico a chi comincia. Questo lavoro lo facciamo per avere un pubblico, non per noi stessi: se no faremmo i filmini delle vacanze…”

Quali sono le difficoltà maggiori che hai incontrato quando hai deciso di fare cortometraggi?

“Quando ho cominciato a girare corti, la difficoltà più grossa era trovare qualcuno a cui far vedere il proprio lavoro, a prescindere dai premi e da tutto il resto. I festival come Cortinametraggio permettono a chi inizia di avere spettatori per il proprio lavoro”.

Quali erano le tue aspettative e i tuoi sogni quando hai cominciato?

“All’inizio l’obiettivo era quello di raccontare storie, e la speranza di tutti i colleghi quando ci incontravamo ai festival era che a qualcuno piacesse il nostro lavoro. Il regista, lo sceneggiatore, l’attore purtroppo sono lavori che dipendono dal gusto degli altri; dal produttore a cui piace il tuo progetto, dal pubblico che apprezza le tue storie, ed è un lavoro molto difficile perché è un lavoro relativo. Un matematico, un avvocato hanno un valore assoluto ma un cantastorie, un artista, uno sceneggiatore hanno un valore relativo, non è detto che ciò che piace abbia un valore assoluto”.

25/09/2017, 08:47

Stefano Amadio