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VISIONS DU REEL 48 - IMMA, storia di una donna


Il documentario di Pasquale Marino ha la sua anteprima mondiale al festival elvetico


VISIONS DU REEL 48 - IMMA, storia di una donna
Imma Dininni ebbe un momento di gloria nazional-popolare qualche anno fa, nel 2007, quando vinse uno dei tanti reality che affollano la nostra televisione ("Un due tre stalla", il titolo, per chi lo ricordasse). Da allora, come tutti i più fortunati tra i partecipanti a quegli show, ebbe un breve successo, grazie alle sue poesie e ad alcuni piccoli ruoli da attrice, imponendosi in particolare sulla scena dello spettacolo romano.

A lei Pasquale Marino dedica il suo documentario "Imma", ai suoi tentativi di barcamenarsi una decade dopo su quel successo, tra bilanci di vita e ipotesi di futuro, costretta a confrontarsi con quello che rimane e con quello su cui (forse) si potrà contare.

Ma, quale che sia il punto di partenza, cosa prova chi oggi cerca di vivere d'arte e di cinema? Quale stato d'animo dopo insuccessi e fallimenti? Da Imma la riflessione si sposta agli stessi autori del documentario, con due dei tre (Alessandro Aniballi e Giordano De Luca, co-sceneggiatori insieme allo stesso Marino) che si inseriscono sulla scena affiancando la donna e provando con lei a cercare una (ennesima) via di successo. Stanchezza, incapacità di reagire, crescente disillusione sono le emozioni dei protagonisti, sempre meno convinti del loro scopo.

In fondo, il senso dell'intero progetto è già nella frase che lo apre, del regista teatrale Tadeusz Kantor: "Non è vero che l'artista è un eroe e un conquistatore intrepido come ci insegna la leggenda convenzionale. Credetemi, è un uomo povero e senz'armi, poiché ha scelto il suo posto faccia a faccia con la paura".

24/04/2017, 08:00

Carlo Griseri